La carriera di Piers Courage nella uscita numero 44 di Ritratti a cura di F1Sport.it .
7 gennaio 2016 – Di storie emozionanti ne è piena la Formula 1. Uomini che armati di coraggio e passione hanno abbandonato una vita di agio e lusso per dedicarsi al mondo un pò blando ma tanto eroico delle corse. Quella di Piers Courage non deve essere da meno, anche se il suo finale, tragico e drammatico, era un capitolo da evitare.
Chiamateli figli della velocità, oppure semplicemente figli del coraggio di essere se stessi. Cosa c’è di più pericoloso? Correre a trecento all’ora dentro a bare in alluminio o rinunciare ai pregi di una vita agiata per essere veramente se stessi? Piers Courage non ha scelto: ha fatto entrambi. Come tanti, troppi, eroi mistificati del suo stesso tempo. Courage ha messo in toto la propria vita in mano al destino e si è lanciato la dove nessuno metterebbe piede. Eroe. Punto. Anche a costo di sentirsi dare dell’autista o sentirsi vicino alla Ferrari anche se poi si è dimostrato solo uno scherzo.
Dall’aroma della birra al profumo della benzina: Nati con la camicia potremo definirli. Piloti nati con portafoglio già gonfio e camicia di Cassera prima scelta come primo vestitino. Piers Courage, figlio di un birraiolo che dal nulla ha creato uno dei marchi più prestigioso nel mondo del luppolo, lascia stare luppoli e fermentazioni per dedicarsi al mondo delle corse. Meglio così. Le cantine non erano il suo pane. Parte dal nulla anche lui, correndo in modo pressocchè dilettantistico ma sempre ambendo a diventare qualcuno. Inizia addirittura in maniera illegale; correndo con le Mini intorno all’areoporto di Londra insieme all’amico Jonathan Williams. Proprio insieme a lui fonda la Anglo-Swiss Racing. I due acquistano una Lotus 22 e si danno al campionato di Formula 2 in maniera scanzonata, quasi goliardica. I risultati, invece, sono seri e reali e Courage inizia effettivamente ad essere un pilota professionista. Nel 1965, Courage torna in patria dove corre nel campionato di Formula 3 in coppia con un giovane e promettente pilota: Frank Williams. Con il futuro “Sir”, instaura un solido rapporto fatto di amicizia e complicità. Courage chiude la stagione con quattro vittorie e un secondo posto nel campionato inglese che gli permettono di mettersi addosso le attenzioni dei grandi nomi della Formula 1.