3 ottobre 2015 – Ricordate la polemica con cui Gianfranco Mazzoni, nel corso della telecronaca del Gran Premio d’Ungheria aveva sbottato contro la FOM e la sua regia televisiva, accusate di dare scarso peso alla marcia trionfale di Sebastian Vettel e della Ferrari? Bene, a quanto pare Bernie Ecclestone ci sarebbe ricascato proprio nell’ultima gara di Suzuka con Lewis Hamilton e ad ammetterlo è stato lui stesso.
Infatti, in risposta di alcuni fan di Lewis Hamilton e dello stesso Niki Lauda, che lamentavano una scarsa copertura televisiva in favore del vincitore della gara giapponese, il boss della Formula 1 dalle colonne del Times ha ammesso che la regia televisiva internazionale ha dato scarsa importanza al Campione del mondo in odore di riconferma. Situazione non nuova, quindi, che riprende la polemica lanciata dal telecronista italiano dandogli di fatto ragione.
E’ chiaro che, forse, l’intento della regia internazionale è quello di privilegiare le fasi di gara e non concentrarsi unicamente sulle prime posizioni, ma è chiaro anche che i protagonisti della gara meriterebbero quantomeno un trattamento simile a prescindere dalla posizione in cui si trovano. Ma è stata la risposta di Ecclestone a Lauda ad avere sorpreso lo stesso boss della Mercedes: la colpa di questa situazione sarebbe… dello stesso Hamilton! Proprio perchè il suo dominio è stato indiscusso sin dalle prime curve, questo ha finito per escluderlo dalla regia televisiva, a caccia dei duelli più o meno ravvicinati alle sue spalle.
Quindi, per Bernie Ecclestone, il dominio della Mercedes e di Hamilton è persino eccessivo, tale da uccidere il Mondiale e l’interesse verso la stessa Formula 1. Una considerazione che, in anni passati (si pensi ai domini di Schumacher e Vettel) non era mai stata fatta, anche perchè gli spazi televisivi dedicati alle loro imprese erano forse maggiori. Ma i tempi cambiano e con il ritorno della televisione digitale, forse, le richieste del pubblico sono diverse e la ricerca dello spettacolo a ogni costo finisce per scontrarsi con le richieste, legittime, dei protagonisti del Mondiale, ai quali la visibilità viene ridotta ai minimi termini.