F1 Lo Strategy Group non ha una strategia

1 giugno 2015 – Cos’è una strategia? Analizzare la situazione, prefiggersi scopi e obiettivi e lavorare per raggiungerli. Questo dovrebbe essere il compito dell’organismo istituito dalla FIA per il rilancio della Formula 1, ovverosia lo Strategy Group, ma a quanto pare secondo qualche addetto ai lavori, difetta proprio di una strategia. A parlare e ad analizzare le scelte dello Strategy Group dalle colonne di Autosport è stato Graeme Lowdon, direttore sportivo della Manor (scuderia in uscita nel 2016 per lasciare il posto alla Haas), che ha bacchettato l’organismo federale e le ultime decisioni prese per i prossimi anni.

lowdonLowdon parte proprio dalla definizione del termine “strategia” per affermare che le ultime decisioni prese dallo Strategy Group in realtà sono solo dei palliativi illusori per cercare di risolvere maldestramente il problema della perdita di appetibilità e credibilità della Formula 1. Così, la questione relativa alle vetture clienti (o cedute in franchising) rischia di non giungere all’obiettivo sperato. Il rischio, infatti, secondo Lowdon, è quello che si crei una Formula 1 a due velocità, anche in considerazione del fatto che per i team satellite questa soluzione diventerà comunque più economica rispetto a progettare una vettura da zero.

Secondo Lowdon, infatti, lo Strategy Group si sta affannando a dare delle risposte, ma forse alle domande sbagliate. E questo sarebbe il frutto di un progetto di crescita del sistema Formula 1 molto confusionario e senza una direzione precisa. Anche perchè, forse, senza una strategia chiara e con decisioni “spot” (come la reintroduzione dei rifornimenti o la scelta libera delle gomme da utilizzare) si finisce per non accontentare tutti e si espone continuamente al rischio di rivedere ciascuna delle decisioni che prenderà. Il problema, quindi, è quello della mancanza di un approccio strutturale al problema, che manca dal momento in cui le decisioni vengono prima prese e poi immediatamente abbandonate (come il caso del punteggio doppio o dei numeri personalizzati). Parole durissime, queste, che danno il termometro dello stato di salute della Formula 1, una competizione che dovrebbe essere la principale del panorama automobilistico mondiale ma che invece sta attraversando una fase problematica della propria storia, dalla quale l’ambiente auspica di uscirne quanto prima.