Torna ospite Alberto Sabbatini nell’episodio di Pit Talk post GP di Miami di F1.
Un Gran Premio dal sapore molto americano, dove la spettacolarizzazione dell’evento l’ha fatta da padrone, in una gara di dominio per Red Bull e, soprattutto, per Verstappen.
“Non sono così critico in merito alla presentazione – show pregara”, dice il giornalista riferendosi alla spettacolare introduzione dei piloti, “non lo avrei fatto venti minuti prima della gara, rovinando la concentrazione di chi gareggia.”
“Invece che fare il giro della pista con i piloti sul camion (la cosiddetta driver’s parade, n.d.r.), che considero una emerita scemenza, trovo l’introduzione di Miami più scenica, più articolata; magari da fare un’ora prima della gara lasciando dire qualche parola ai piloti.”
Si rischia di snaturare la F1
“La F1 è già snaturata”, risponde laconico Sabbatini alla domanda di Antonio Granato se l’apice del motorsport non fosse stato privato di quel sapore sobrio ed elegante prettamente europeo.
“Basti pensare al cambio di regolamento a campionato in corso, all’avvento della Sprint Race…”
“Ma quello che non sopporto è aver messo le qualifiche al venerdì. La qualifica è la somma della velocità, e la F1 è l’essenza della velocità. La sfida per la Pole Position fatta al venerdì è una perdita per la stragrande maggioranza degli appassionati che non possono essere di fronte alla televisione in un giorno feriale.”
“Questo cambio di programma è stato ideato ad uso e consumo del pubblico in pista, per valorizzare i prezzi dei biglietti del venerdì…“