F1 – Monza sarebbe a rischio nella permanenza del calendario del 2023, con sullo sfondo l’ipotesi del trasferimento del GP d’Italia a Imola, circuito confermato fino al 2025.
Una decisione che, stando ad alcune indiscrezioni, sarebbe stata indotta da quanto è accaduto durante la gara che ha celebrato il centenario dell’Autodromo di Monza, in cui si sono verificati almeno tre episodi che stanno inducendo Stefano Domenicali a rivedere le sue decisioni sulla bozza di calendario di F1 del 2023.
Il primo episodio è accaduto prima del GP di F1 , con il sequestro della fan zone appositamente allestita per le celebrazioni del centenario da parte della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Monza per violazioni delle norme ambientali e paesaggistiche, che poi sono state dissequestrate a seguito della presentazione delle autorizzazioni del caso, che ha ritardato la realizzazione delle opere nell’area del parco.
Il secondo è rappresentato dalla rabbia dei tifosi per la scarsa organizzazione della gestione dei servizi, la chiusura dei bagni e le lunghe code per il controllo dei biglietti, oltre al fatto che la Guardia di Finanza ha sequestrato diverse decine di biglietti falsi con i quali alcuni tifosi hanno tentato di entrare in circuito per assistere al GP di F1
Il terzo, che forse è quello più grave, è stata la neutralizzazione della gara al termine, a causa della lentezza con la quale sono state compiute le operazioni di recupero della monoposto di Daniel Ricciardo, con un trattore che è addirittura entrato contromano, che ha scatenato le polemiche dei piloti rivolti alla Direzione Gara (i commissari italiani erano noti per la loro rapidità nel gestire le emergenze in gara).
Ross Brawn e Stefano Domenicali erano stati chiari: o i circuiti si adeguano ai nuovi standard della F1 o escono dal Circus e a quanto sembra proprio questi episodi stanno facendo riflettere i vertici della FOM sul fatto di modificare la bozza del calendario 2023 di F1
Monza, dunque, non sembra più così sicura di rimanere in calendario di F1 e Imola, che ha lavorato alacremente per tornare soprattutto grazie all’infaticabile opera di Uberto Selvatico Estense e alla gestione di Giancarlo Minardi, sta alla finestra.