D’altronde non ci si può certo aspettare che Carlo Sainz possa parlare in modo negativo di Mattia Binotto. Non solo perché è il suo team principal ma anche perché è colui che l’ha voluto e si è impegnato fortemente per farlo approdare in Ferrari. Certo è, che quando si leggono le parole dello spagnolo che dice: “Quest’anno stiamo facendo un lavoro pazzesco” viene da se aggiungere: (si, “per perderlo!”).
Certo il pilota spagnolo poco ha da recriminare alla squadra. Con lui sbagliano poco e qualche volta, va ammesso, è stato proprio Carlos a non voler – per fortuna sua – seguire le indicazioni strategiche della squadra. Leclerc invece avrebbe probabilmente concluso la frase come abbiamo fatto noi, recriminando e come! Ligio al dovere e alle chiamate del muretto Ferrari – forse sbagliando – è stato più volte penalizzato. A suo carico l’unico errore compiuto in pista quello di Le Castellet.
Che in Ferrari abbiano dato vita poi ad un “lavoro pazzesco” non c’è dubbio. Se si continua a guardare al 2021 o al 2020, certo! Non c’è dubbio. Ma quanto fatto per perderlo supera di molto i meriti di quanto fatto per competere per la vittoria ad ogni week end. Realizzare una macchina competitiva ma non affidabile lo si può anche accettare, è spesso stato così anche per altri nella storia della F1. Ma poi, non saperla gestire strategicamente e addirittura compiere scelte in pista al limite della comprensione, non solo per chi commenta dal divano o dalla cabina di commento TV ma anche da parte di chi direttamente compete contro la Rossa nel mondiale in corso… vedi Horner che si diceva “imbarazzato” https://www.f1sport.it/2022/07/horner-imbarazzato-nel-parlare-della-strategia-ferrari/ per tali scelte.
Nove gare alla conclusione 97 punti costruttori e 80 punti piloti da recuperare. Una sorta di Mission Impossible che darebbe vita, semmai accadesse, alla più grande rimonta della storia della F1. Sarebbe un sogno, nulla è impossibile e servirebbe, giusto appunto “un lavoro pazzesco”!