F1 | Belgio 1984: nel nome di Gilles


Belgio vuol dire Zolder, Zolder vuol dire Gilles, i rimorsi dopo Imola e le tante opportunita’ svanite dietro a quei fatti.

Il GP del Belgio del 1984 ha un curioso prologo. Qualche giorno prima dell’evento, la scuderia Ferrari ha effettuato un test a Imola, per cercare di venire a capo al rebus 126 C4.
Derivata dalla vettura campione del mondo costruttori dell’anno prima, la 126 C3, fino al quel momento non si è rivelata all’altezza di tanto blasone. Un lampo nell’oscurita’ scoglie i dubbi e agita le idee. La monoposto, passando davanti ai box, ha strani bagliori. Richiamato il pilota ai box, i meccanici, capitanati da Forghieri, capiscono che la centralina scarica corrente sulla carrozzeria, e decidono di tornare all’iniezione tradizionale. La mancanza di tempo per provare la soluzione, lascia il team col fiato sospeso fino alla gara in Belgio.


Forghieri e i meccanici fanno finta di niente, ma lo sporgersi a vedere la Ferrari n 27 comporta un groppo in gola. Sono passati due anni ma il canadese è ancora presente nei ricordi di tutti.


Al venerdi il team rischia, manda le due rosse in pista a provare diverse soluzioni, i tempi non sembrano incoraggianti ma dai sorrisi dei piloti si capisce che qualcosa sta per accadere.


Al sabato, complice la caduta delle McLaren, sembra che ci sia un entità che blocca le invincibili macchine anglo tedesche. Le due rosse monopolizzano i tempi fino ad arrivare ad occupare la prima fila. Una ferrari numero 27 in pole a Zolder sembra la trama di un film d’altri tempi.
Al via la rossa 27 tiene la testa, il suo pilota, lontanissimo da Gilles, anche se la grinta in certi sorpassi pare accomunarlo, davanti alla Renault di Warwick, mentre l’altra rossa, vittima di una pessima partenza, è in quinta posizione.


I primi giri ci mostrano una Ferrari alla curva Terlamen, quella fatale al canadese, guardinga, quasi lenta, ma è solo un impressione. Alboreto sta imponendo un ritmo insostenibile per chiunque e recitando un monologo fino a qualche giorno solo sperato dal team.
Dietro alla Ferrari il nulla. Le McLaren spariscono presto dalla gara, Piquet e Rosberg fanno quel che pssono ma anche loro devono soccombere alle loro macchine. Arnoux, penalizzato da un cambio gomme troppo lento, è impegnato a rimontare dalla quindicesima posizione, e a pochi giri dalla fine e’ finalmente terzo. Alboreto, sempre in testa, comincia a non sentire più le gomme e alla prima curva decide di allargare la traiettoria finendo fuori pista. Il cuore di tifosi e team batte a mille, ma oggi la Ferrari numero 27 è protetta da una particolare aurea, tanto che rientra ai box cambia le gomme e , sempre al comando, comincia a inanellare giri sempre più veloci, quasi a voler scoraggiare qualsivogia idea di rimonta di chiunque altro.


La storia si conclude con Alboreto che taglia il traguardo vittorioso, la Ferrari numero 27 ha dominato la gara e un raggio di sole pare illuminarla. Forse da lassù qualcuno sta festeggiando.