Ospite della puntata 248 di Pit Talk Luca Marmorini. Con lui si è parlato di Ferrari a tutto tondo, qui analizziamo il suo pensiero sulla questione Binotto-Resta.
Con Luca Marmorini, storico ingegnere della Ferrari, nella puntata 248 di Pit Talk abbiamo anche parlato del caso Simone Resta e del suo passaggio da Ferrari ad HAAS.
“Faccio fatica a capire lo spostamento di Simone Resta ma non è arrivato dalla sera alla mattina, né con leggerezza. Forse c’è a volontà di rafforzare un team satellite che è una cosa molto importante”
Simone Resta è un volto storico nella Ferrari moderna. E’ legato a Maranello dal 2001 dove inizia la propria carriera sempre in crescendo sino ad essere nominato nel 2014 da Sergio Marchionne Capo Progettista.
Ciò che accade oggi è già accaduto nella stagione 2018 quando Resta lasciò la Ferrari per accasarsi alla Sauber. Allora c’era l’esigenza di rafforzare il team svizzero, logato Alfa Romeo e motorizzato Ferrari. Non ultima la necessità di accompagnare il passaggio di Kimi Raikkonen proprio da Ferrari ad Alfa.
Oggi si ripropone lo stesso tema. Da Maranello si ostinano a negare divergenze con Binotto e il trasferimento pare essere motivato dalla gestione del Budget Cup.
Rafforzare un team satellite è importante ma al momento la prima squadra che dovrebbe rafforzarsi sarebbe proprio la Ferrari …
Tornando all’intervento di Marmorini sentiamo:
“Io conosco le persone all’interno, forse devono solo trovare il modo di far lavorare meglio le risorse che hanno competenze, più che andare alla ricerca di esterni. Non è facile con tutti questi cambiamenti regolamentari”
Qui il dibattito d’opinione va a toccare ben due punti a mio giudizio. In primis, quello riportato da Marmorini e trattato in un articolo a parte. Quello della continuità, vera discriminante tra Ferrari e Mercedes.
La scuderia di Toto Wolff è dal 2012 pressoché la medesima nei quadri di comando mentre la Ferrari ha attraversato diverse rivoluzioni. Da Alonso a Vettel al presente fondato su Leclerc sono solo quelle che riguardano i piloti.
L’altro tema è quello delle risorse interne e vorrei sottolineare del modus operandi. Mercedes è in grado di formare le nuove linee e le riesce a inserire nell’ingranaggio base che funziona dal 2012. Se il gruppo lavoro ai piani alti è sinonimo di continuità non vale lo stesso per ogni singola forza lavoro della catena ma la qualità del risultato non cambia.
In Mercedes riescono a valorizzare ed inserire bene le proprie risorse interne, cosa che Ferrari fatica a fare o forse non fa.