F1 | Attriti Binotto-Resta: Sabbatini torna a Pit Talk per chiarire

Simone Resta ha chiamato Alberto Sabbatini subito dopo l’intervento a Pit Talk di lunedì scorso all’interno del quale si faceva riferimento ad attriti tra l’ingegnere imolese e il direttore della GeS, Mattia Binotto. Sabbatini è tornato in trasmissione per raccontarci di questa telefonata e di molto altro.

Non era finita ai fatti di lunedi scorso, ed era prevedibile. L’intervento di Alberto Sabbatini all’interno del quale il noto giornalista metteva in risalto alcune dinamiche non proprio felici tra Mattia Binotto e Simone Resta, hanno avuto un seguito.

Dopo quella giornata, infatti, è successo un fatto importante. Il diretto interessato fronte Maranello – Simone Resta, appunto – ha telefonato al direttore Sabbatini dando il suo punto di vista sulla situazione. Noi, per dovere di cronaca, vi riportiamo la cronistoria di quella telefonata proponendovi direttamente le parole del noto giornalista intervenuto a Pit Talk oggi. Le sue parole, inoltre, anticipano una intervista all’ingegner Resta che uscirà nella giornata di domani sulle colonne di Autosprint.

Cosi Sabbatini a Pit Talk:

“Prima di tutto dovreste essere orgogliosi per Pit Talk perché evidentemente la trasmissione è ascoltata dalla Ferrari e dal reparto corse. Nemmeno 24h dopo la nostra chiacchierata, Simone Resta si è fatto vivo per telefono per dire: «Non è vero, non ci sono attriti tra me e Binotto!». Mi ha raccontato quindi un po’ di cose e a quel punto ne ho approfittato per fare il punto non tanto sui problemi di oggi della Ferrari – che conosciamo tutti quanti – ma sul lavoro di sviluppo che lui sta impostando e capire che direzione prende. Tutte queste cose usciranno in una intervista su Autosprint martedì ma io sono ben felice di anticipare una parte delle cose che ha detto Simone Resta in questa occasione. 

Dunque secondo lui non ci sono attriti tra lui e Binotto. Resta è tornato a Maranello alla fine dello scorso anno dopo i due anni in Sauber, richiamato – dice lui – da Binotto. Evidentemente c’è quindi un rapporto di fiducia e di rispetto per il lavoro che fa. Resta è un progettista in gamba, la Ferrari di quest’anno non l’ha fatta lui. Come tutte le macchine di F1, la SF-1000 è nata durante l’estate precedente, quando lui era ancora in Sauber o stava iniziando il periodo di gardening!”

Indubbiamente però i dubbi sui reali rapporti tra i due dipendenti di Maranello, restano. Ed erano (o sono!) confermati anche dal fatto che più di una voce nei corridoi era allineata a quanto detto dal direttore Sabbatini lunedì scorso.

E’ chiaro che comunque anche io avevo avuto indiscrezioni in questo senso. Però come tutti noi sappiamo, le indiscrezioni sono fonte di informazioni da parte di un informatore. Il lavoro del giornalista è quindi quello di tessere con le sue conoscenze una rete di informatori che ti dicono le cose come stanno in realtà che non puoi vivere con i tuoi stessi occhi. Però poi quando il diretto interessato dice che non è cosi che stanno le cose, noi dobbiamo prendere atto di ciò che dice lui. Poi è chiaro che in una situazione di difficoltà e problemi gara dopo gara, il nervosismo c’è sempre. Le cose non saranno mai perfettamente rosee, anzi, non sono mai rosee quando vanno bene… La Ferrari per tradizione, in passato, è sempre stata la “squadra delle due fazioni”, quella del governo e del governo ombra che di nascosto cerca di criticare quello che fa il governo ufficiale. Non c’è da meravigliarsi se ci sono incomprensioni o attriti o pettegolezzi. Se quindi il diretto interessato dice cosi, gli dobbiamo credere!

Infine una anticipazione su quanto riferito da Simone Resta sul tema sviluppi futuri della Ferrari:

“C’è una ambiguità di base. Si dice che le macchine 2020 siano state congelate per il 2021 ma non è proprio cosi. In realtà il motore si può rifare completamente e a Maranello ci stanno lavorando (lo stesso Binotto lo aveva anticipato a valle del Gran Premio di Gran Bretagna, questo il link: https://www.f1sport.it/2020/08/f1-gran-bretagna-ferrari-a-podio-binotto-annuncia-nuovo-motore-per-il-2021/, n.d.r.).

Si devono recuperare quei 70/80 cavalli persi quest’inverno quando hanno tolto quel sistema che dava un boost di potenza extra. Si ha tempo fino alla prima gara del 2021 per lavorarci su. L’obiettivo è quindi quello di schierarsi a inizio 2021 con la potenza che il motore aveva a fine 2019. Questo permetterebbe di annullare gran parte del gap attuale. 

Per quanto riguarda l’aerodinamica, lui mi ha spiegato un dettaglio: l’aerodinamica è libera fino a un certo punto. C’è una limitazione di ore in galleria del vento e delle sessioni di collaudo delle nuove componenti progettate. Quindi il progettista è libero di disegnare quasi alettone o bavetta o deflettore, ecc. Queste cose però vanno provate e per provarle ci vogliono diverse ore. E queste ore non sono illimitate e quindi bisogna decidere cosa provare. Quello che non si riesce a provare quindi non lo si mette in macchina!

Resta è responsabile telaio, non di aerodinamica. Quindi quel discorso sull’aerodinamica (poco sopra) è stato un discorso esplicativo. Sul telaio è invece un discorso più serio. Il telaio è congelato. Le macchine 2021 dovranno essere, come telaio, le macchine del 2020. Però ci sono due gettoni di sviluppo. Per gettone si intende uno o un gruppo di componenti sviluppabili. Il gettone però significa una varietà di cose, non un singolo aspetto. Ora la Ferrari su cosa lavorerà? Lavorerà sul retrotreno della macchina, sia a livello telaistico che aerodinamico perché è la cosa più critica e che condiziona di più il comportamento della macchina allo stato attuale. Anche a Portimao ci saranno aggiornamenti che saranno non tanto funzionali alla SF-1000 ma atti a capire se possono andar bene per l’auto del prossimo anno, viste le limitazioni di ore di cui sopra!”