Sebastian Vettel suggerisce la strategia da adottare per andare fino in fondo nel Gran Premio di Spagna. Un atteggiamento di un pilota di F1 che, con una squadra totalmente smarrita, tira fuori la sua esperienza e si trasforma in leader. Marco Mensurati di Repubblica dice la sua ai microfoni di Pit Talk.
Altro appuntamento di Formula 1 da dimenticare per la Ferrari: un ritiro e un settimo posto. Anzi, ciò che si pensa è addirittura “meno male che è finita in zona punti”. Triste da pensare per una scuderia che fino allo scorso anno se la giocava con l’irraggiungibile Mercedes.
Una gara sicuramente poco entusiasmante quella svoltasi sul circuito di Barcellona, che ha visto come unico colpo di scena il ritiro inaspettato di Charles Leclerc (ne abbiamo parlato in precedenza qui: https://www.f1sport.it/2020/08/f1-spagna-vettel-salva-la-ferrari-leclerc-ritirato/).
La gara della Rossa prosegue con un Sebastian Vettel che scuote una squadra incapace di agire. Nel suo team radio sollecita il suo ingegnere sulla strategia da adottare. Ancora una volta il quattro volte campione del mondo decide da sé il da farsi. D’altronde come già accaduto a Hockenheim nello scorso anno e nella terza tappa in Ungheria poche settimane fa.
https://twitter.com/f1/status/1295089697769889793?s=21
A tal proposito a Pit Talk è intervenuto Marco Mensurati:
“Per prima cosa, Sebastian è un gigantesco pilota; dopodiché ha sempre un po’ di isteria, no? È un pilota un po’ isterico, lo è sempre stato: ce lo ricordiamo fare cose bizzarre (come nel caso della sportellata o quando ha mandato a quel paese il giornalista, n.d.r.). È un po’ così, un po’ viziato. Questa è la sua cifra, così istintiva. Io ho una grande stima del pilota. È chiaro che quando un pilota si ritrova nelle condizioni psicologiche in cui è lui è già complesso, in più le cose si sbizzarriscono fino al punto di trovarsi poi in quelle condizioni. Mi aspetto un po’ di tutto, ecco. Non mi stupisce neanche un po’. Sono atteggiamenti che trovo comprensibili. Magari sbagliati, ma comprensibili”.
Si esprime poi sul dislivello e sulla differenza di trattamento tra Verstappen (l’unico che attualmente sembra essere in grado di mettere i bastoni tra le ruote a Lewis Hamilton) e Albon, un pilota totalmente assente. Facendo poi il parallelismo con ciò che accade in Ferrari tra Vettel e Leclerc.
“La Red Bull vera è quella di Verstappen. Evidentemente anche lì c’è un team, ripensando ad Albon, che fa una scelta precisa sugli equilibri interni. Immagino che anche il materiale a disposizione non sia sempre lo stesso evidentemente; dopodiché la scelta di puntare su Verstappen è stata fatta in maniera abbastanza radicale all’interno del team. Secondo me è perfettamente comprensibile visto il talento che il pilota ha. Quando la Ferrari ufficializzò il “non rinnovo” di Vettel era chiaramente una scelta di puntare sul pilota (Leclerc, n.d.r.) che insieme a Verstappen scriverà la storia dei prossimi dieci anni di Formula 1”.
Continuando a discutere di fattori psicologici si ricollegherà poi ai consigli di Nico Rosberg a Valtteri Bottas. Secondo il campione del mondo l’unico modo per battere Hamilton è entrare nella sua testa, ma Mensurati conferma che Bottas non riuscirà a competere con Lewis e che semplicemente si accontenta di essere il braccio destro del #44.
Vettel è senza dubbio psicologicamente a terra. Il mondiale perso a Hockenheim nel 2018, l’arrivo in squadra di Leclerc e il mancato rinnovo di contratto hanno pesato non poco sul #5 della Rossa. Ma quando vuole sa mettere in pratica tutta la sua esperienza per guidare il team nella scelta delle strategie. Una cosa alquanto insolita, visto che normalmente in F1 avviene il contrario.