Il sistema DAS della Mercedes è un lampo di genio che da qualche giorno sconvolge l’ambiente della F1 e degli addetti ai lavori. Ma potrebbe non essere fine a se stesso. Secondo Gian Carlo Minardi sarebbe una sorta di esca per nascondere qualcos’altro alle ruote posteriori.
di Francesco Svelto | Follow @f_svelto
Inutile girarci intorno, non poteva essere altrimenti. Il nuovo sistema DAS mostrato dalla Mercedes nelle giornate di giovedi e venerdi è stato il leitmotiv della prima settimana di test. E in quei giorni, meno che mai, la classifica dei tempi ha assunto davvero un ruolo marginale. Non si è quasi mai parlato di tempi, qualcosa si è detto sui giri fatti e sull’affidabilità, ma l’attenzione era tutta su quel volante della W11 che si spostava avanti e indietro variando l’angolo longitudinale delle ruote anteriori (alias convergenza).
Updated toe out diagram pic.twitter.com/Txb7yql2dm
— Craig Scarborough (@ScarbsTech) February 20, 2020
Una genialata a detta di tantissimi, un lampo di inventiva che sa di oasi nel deserto per un regolamento ormai divenuto talmente consociuto e saturo di innovazione che una roba cosi non può non risaltare all’occhio dell’appassionato. Se volete approfondire l’argomento in se, vi proponiamo questo nostro editoriale di giovedi: F1 | Test: lo strano movimento del volante della Mercedes W11.
Difficile quantificare al momento il vantaggio in termini di prestazioni di un tale sistema su una monoposto di F1. Forse sul giro singolo permette un guadagno minimo, più plausibile che il vantaggio si traduca in una migliore gestione degli pneumatici e – di conseguenza – di strategie in gara più favorevoli, più flessibili. Da capire anche per quali gare in calendario potrà venire davvero in aiuto e per quali no. Vedremo.
Tuttavia c’è chi crede che questo sistema, ostentato al mondo della F1 in maniera cosi netta e decisa, sia soltanto una “copertura” per nascondere qualcosa di più grosso. Uno “specchietto per le allodole” insomma. Ha usato questi termini Gian Carlo Minardi – dalle colonne del proprio portale web – per etichettare la grande novità di questi ultimi giorni che, ricordiamo, sarà vietata ufficialmente dal prossimo campionato con una rettifica regolamentare.
“Sono convinto che il DAS sia uno specchietto per le allodole. Tutto il mondo è concentrato a guardare il movimento del volante e le ruote anteriori, ma resto convinto che sia la chiave di volta per innescare qualcosa di più importante, come le ruote sterzanti posteriori. Ma c’è di più: la Mercedes non sarebbe l’unica ad aver lavorato in questo senso a partire dalla passata stagione, poiché ci sarebbe anche la Red Bull!“.
Non proprio roba da ridere, insomma. Se cosi fosse l’inventiva della Mercedes che tutti hanno lodato si esalterebbe all’ennesima potenza perchè il concetto di ruote sterzanti al posteriore è assolutamente vietato nei termini previsti dal regolamento tecnico vigente in F1. A meno che… Qualcuno non abbia trovato un ennesimo lampo di genio (ennesimo, appunto) che sfrutti qualche buco di tale regolamento e che permetta di arrivare a tale scopo.
E se cosi fosse, dicevamo, altro che gestione degli pneumatici o libertà di strategie… Qui si tratterebbe di un concetto che ammazzerebbe il campionato di F1 ancora prima di cominciare.
Sarebbe la traduzione della volontà di Mercedes di chiudere questo ciclo regolamentare (2014-2020, il primo dell’era turbo-ibrida) con un dominio assoluto. Roba che farebbe impallidire anche i record dell’epoca Red Bull e della fantastica Ferrari capitanata da Todt e Schumacher, una superiorità schiacciante e senza precedenti nella storia dello sport.
Francesco Svelto