F1 | Abu Dhabi: Alfa Romeo termina la stagione nell’anonimato

F1 | 2019 Abu Dhabi Giovinazzi

Junior o team cliente Ferrari che sia, l’Alfa Romeo dell’edizione 2019 verrà ricordata come un Giano Bifronte. Veloce e combattiva nella prima parte della stagione, preoccupantemente anonima nella seconda. Un finale che lascia parecchi punti interrogativi sul futuro della scuderia voluta da Sergio Marchionne.

di Filippo Toffanin

Molti i dubbi che hanno iniziato a circolare sul team guidato da Frédéric Vasseur già nell’estate dello scorso anno, con la scomparsa dell’ex amministratore delegato di FCA e presidente Ferrari che induce più di qualche osservatore a parlare di disimpegno del marchio Alfa Romeo. Progetti che sembravano poter finire nella categoria delle illazioni visto il buon avvio di campionato, ma che ora tornano a bussare alle porte di Hinwil come spettri del Natale passato, visto il periodo.

Tanto si è rivelata inspiegabile la resurrezione di Interlagos, tanto lascia perplessi il week-end degli Emirati. Auto mai competitiva sin dal venerdì, tanto da indurre lo stesso Giovinazzi a manifestare sconcerto suo e del team per la carenza di pace. Il pilota pugliese peraltro è cresciuto molto dopo la sosta estiva, mettendosi quasi al livello del più titolato ed esperto compagno di squadra. Kimi Räikkönen, dopo tante solide prestazioni tra primavera ed inizio estate, è sembrato confuso e svogliato in alcuni episodi della stagione autunnale – tanto da ricordare certe prestazioni al limite dell’imbarazzante viste nel suo secondo round in Ferrari. Il confronto fra il debuttante e il più rodato finlandese termina quarantatré a quattordici per quest’ultimo, sebbene il trend indichi curve di crescita inversamente proporzionali.

F1 | 2019 Abu Dhabi Raikkonen

La gara di Abu Dhabi si è rivelata un lento navigare nelle retrovie per Giovinazzi. Unico sussulto un contatto con Kubica a metà Gran Premio, fortunatamente senza conseguenze. Räikkönen ha tentato nel finale di avvicinarsi alla zona punti, senza per altro riuscirvi. Un’impresa ardua, con una monoposto che arriva forse con troppo anticipo alla fine del suo ciclo di sviluppo. Troppo facile associare il calo prestazionale alla dipartita di Simone Resta, rientrato a Maranello. Eppure non dev’essere solo frutto della casualità che crescita e declino dell’ex team Sauber coincidano con l’interregno dell’ingegnere emiliano. E non sfugge nemmeno un retro pensiero che associ il calo prestazionale ad una riduzione di budget, chiaramente inficiante l’evoluzione tecnica della monoposto.

Con un regolamento a fine corsa che non è destinato a cambiare di una virgola nella prossima stagione, è difficile attendersi salti quantici sotto l’aspetto della competitività. Resta un 2019 che nelle parole di Vasseur ha visto il team crescere, imparare, combattere con coraggio e realizzare più punti del 2018. In una Serie B del mondiale sempre più competitiva si tratta di un risultato da non sottovalutare. Tuttavia il futuro dell’Alfa Romeo Racing ad oggi appare nebuloso, considerando che il team non sembra essere realmente superiore ai competitor in alcuno dei dipartimenti che lo compongono, dai piloti in giù. Forse solo dal punto di vista motoristico – ma come il fornitore insegna, chiaramente non è abbastanza.

https://twitter.com/alfaromeoracing/status/1201196357584924677

Filippo Toffanin