Emozioni forti a Le Mans

Se volete vivere emozioni forti dovreste assistere una volta almeno alla 24 Ore di Le Mans. Ma dall’interno, anche se non è facile.

Certamente sarete già al corrente dello stupendo ambiente che fa da cornice a questa manifestazione: trecentomila persone che si accampano per tre giorni intorno al circuito della Sarthe e si godono la passione giorno e notte contribuendo con il loro entusiasmo e la fantasia a creare uno spettacolo intorno allo spettacolo agonistico. E saprete già dell’importanza a livello sportivo e tecnologico di una competizione così severa per i mezzi e per gli uomini, tutti: piloti e staff tecnici e sportivi.

Ecco, questo è l’aspetto più coinvolgente:  la tensione, l’emozione che regna nei box tra il personale tutto delle squadre, dei team, delle Case come dei privati che affrontano questa maratona.

Ecco perché la partecipazione a questa gara ha affascinato personaggi dello spettacolo e del cinema, che vi hanno preso parte o ne hanno fatto un soggetto cinematografico.

Si, perché dal primo all’ultimo minuto delle 24 ore di competizione l’atmosfera che si crea è intensa e bellissima. Si vivono momenti di ansia e momenti di soddisfazione, si alternano fasi di entusiasmo ad attimi di disperazione. Si soffre insieme e si gioisce insieme. Arrivano anche situazioni di contrasto, e lì i responsabili dei team devono sapere gestire discussioni e scelte in pochi istanti. Il tutto mentre la gara viaggia a ritmi di velocità elevatissima.

Ed è un crescendo nell’arco delle 24 ore.

Mitica è la notte. I rumori sono ancor più penetranti ed ognuno cerca di percepire quelli della propria squadra, mentre i fasci di luce rendono ancor più magica l’atmosfera.

Un momento essenziale è la prima mattina. Le teste ciondolano, tra il personale dei vari team si crea una confidenza, una simbiosi quasi. Spesso ci si da pure una mano, se serve.

La sequenza delle soste di rifornimento con il cambio di guida resta regolata, seppur frenetica.

Ormai si delineano le forze in campo anche se il guasto o l’incidente, sono sempre in agguato.

La stanchezza si fa sentire, per i piloti e per gli uomini del team.

Ma lo spuntar del giorno inietta nuova forza, nuova voglia di risultati.

Mentre l’odor del caffè aleggia sia nei box che intorno al tracciato si fanno e rifanno calcoli importanti per capire quante possibilità ci sono di confermare posizioni o aggredire la classifica.

Poi, intorno al mezzogiorno, incomincia la tensione massima.

I piloti “auscultano” ogni vibrazione dell’auto, spesso denunciano falsi allarmi via radio e dal box giungono messaggi rassicuranti. Ogni superstite sente di avere a portata di mano un risultato esaltante. Già la conclusione di una 24 ore di Le Mans è una conquista. Se poi c’è in ballo la vittoria assoluta o la vittoria di una categoria o di una classe l’intensità delle tensioni sale ad ogni minuto.

Capita che certe posizioni vengano salvate in extremis nonostante guai tecnici, o che un guasto comprometta un risultato ad un passo dalla bandiera a scacchi.

Poi allo scoccare della 24.ma ora tutto esplode: la tensione, l’emozione sono al massimo e fanno spazio alla gioia. Si proprio alla gioia che anche navigatissimi piloti ricchi di carriere importanti provano in maniera totale.

Lo abbiamo visto anche in quest’ultima edizione con Alonso e tutta la sua squadra.

E grazie alle telecamere on-board ,che ora ci narrano ogni dettaglio in maniera quasi invasiva, abbiamo visto fior di piloti cedere alle lacrime per un successo di categoria o di classe mentre ai box si festeggia e ci si abbraccia commossi anche per l’ultimo dei classificati. E questa è una parte dello spettacolo che si può vivere soltanto dall’interno dei box, dove anche gli sconfitti si congratulano a vicenda.

Aver concluso una 24 ore di Le Mans è una medaglia da portare nel cuore. E quella folla dei trecentomila che invadono il tracciato festeggia tutti, dal primo all’ultimo arrivato, non solo quelli che salgono sul podio tra coriandoli e champagne.