F1 | Bahrain: Ferrari regina del deserto. Mercedes insegue

Ferrari, la grande attesa del Bahrain. Per un riscatto, per un’inversione di tendenza, per una suggestione che risponde al nome di Schumacher Mick. E la Ferrari non delude. Si riappropria, tra le dune del deserto, di quella velocità perduta, di quella fiducia volata chissà dove, come un granello di sabbia. Al vertice finalmente, per una conferma che sembra allontanare una precoce condanna.

Ferrari regina del deserto al venerdì. Un po’ lo speravamo, un po’ forse lo sospettavamo. Ma guai a dirlo, per un eccesso di scaramanzia, per non correre ancora il rischio di essere sviati da facili entusiasmi, vedi test di Barcellona. Certo, non si tratta di un dogma o di una verità rivelata, ma quantomeno è un segnale. Il segnale che la Ferrari ha rialzato la testa e la criniera, mostrandosi altro da quel cavallino imbizzarrito e imbarazzante visto tra le strade di Melbourne.

In mattinata Leclerc e Vettel sono al vertice, facendo segnare distacchi importanti, nell’ordine del secondo, sui diretti inseguitori: la coppia Mercedes, e il duo Red Bull. Si registra un contatto tra Giovinazzi e Hulkenberg, con il tedesco che, non avendolo visto, gli piomba addosso, nonostante Antonio fosse palesemente davanti al pilota Renault. Il pomeriggio dell’Alfa Sauber continua decisamente sottotono, con pochi giri all’attivo ed entrambe le vetture ferme ai box per problemi al sistema di riscaldamento con perdita di liquido. Sotto accusa ci sarebbero le guarnizioni. Non danno gli esiti sperati neppure le modifiche richieste da Raikkonen sulla banda anteriore. Entrambi i piloti si attestano nelle retrovie.

La Ferrari è da subito sembrata più performante rispetto all’Australia, mostrando un buon bilanciamento che ha garantito stabilità sull’anteriore e maggior velocità nei rettilinei. Ottimi riscontri sia per quanto riguarda il giro veloce che per quanto riguarda il long run. Si conferma il feeling con le gomme medie, testate nell’ultima parte di giornata. Innocuo testacoda senza conseguenze per Vettel sul finire della seconda sessione. Per Mercedes invece sono emersi piccoli problemi di sovrasterzo in uscita di curva. Alla fine delle FP2 il distacco rimediato da Hamilton si attesta sui 6 decimi, mentre Bottas segue con un tempo di un decimo più alto. Anche il passo gara con gomme soft si attesta sul mezzo secondo di distacco. Sorprende Hulkenberg con il quinto crono e con un passo gara su gomma soft praticamente identico a quello fatto registrare da Mercedes e Red Bull. Ben figurano anche entrambe le McLaren, con Sainz che si è messo in luce al mattino e Norris capace di attestarsi nella top ten nel corso della seconda sessione. Solito disastro Williams, che, alle mancate performance, aggiunge anche la mancanza di pezzi di ricambio. Peggior tempo, dispiace riportarlo, per Robert Kubica, che nuovamente rimedia un distacco importante dal compagno, l’esordiente Russel.

Il circuito di Sakhir, insomma, sembra aver dato qualche risposta. Nulla di definitivo, certo. Ma quantomeno si tratta di un’indicazione, o meglio ancora di un suggerimento. È comunque troppo presto per emettere insindacabili giudizi. E, se i valori in campo possono variare così tanto a seconda della singola circuito, ci attende un campionato imprevedibile e ricco di sorprese. Ora gustiamoci questa. La sospresa di una rossa nuovamente competitiva. Per il resto, come al solito, la parola spetta alla pista. Che ha ancora tutto un weekend da raccontarci.