Ferrari e Mercedes continuano a rincorrersi . Andiamo ad analizzare quelli che rappresentano i punti di forza delle frecce d’argento grazie al contributo dell’ingegnere argentino Enrique Scalabroni, intervenuto ieri ai microfoni di Pit Talk.
La vittoria numero 100 della Ferrari è arrivata nel 1990 ad opera di Alain Prost proprio al Paul Ricard. All’epoca di quell’iconico trionfo era presente Enrique Hector Scalabroni, chief designer di telaio e aerodinamica per la vettura di Maranello. Proprio ieri ai nostri microfoni, l’ingegnere e progettista argentino ha ricordato l’episodio prima di affrontare alcuni argomenti legati ai punti di forza della Mercedes.
Secondo Scalabroni il nuovo aggiornamento del motore Mercedes è stato incisivo, poiché ha offerto un incremento di potenza che ha permesso di allungare il gap nei confronti del motore Ferrari. Tuttavia la scuderia di Stoccarda ha tratto forse il vantaggio maggiore dagli pneumatici con il battistrada ridotto di 0.4 mm, già utilizzati nel corso del Gp di Barcellona. Pare infatti che la Mercedes riesca ad adattarsi meglio a queste gomme, con un degrado minore rispetto a quello riscontrato in Ferrari.
L’ingegnere argentino è particolarmente critico nei confronti di questa scelta da parte della Pirelli ed afferma:
Non riesco a capire perché sempre quando la Ferrari si trova in testa al campionato avviene sempre un cambio di olio, di motore, di qualche cosa. Adesso il cambio di pneumatici. Non riesco a capire il perché di tanti cambiamenti quando una squadra si trova in una situazione vincente.
In effetti, sebbene in questo caso la Pirelli abbia chiarito che si tratta di una modifica introdotta solo in alcuni circuiti che avevano subito di recente una riasfaltatura, per non incorrere in un degrado elevato e potenzialmente pericoloso, resta l’amaro in bocca nel constatare come per l’ennesima volta un cambio di regolamento in corso d’opera vada a sfavorire la Ferrari, consentendo alla scuderia rivale di avvicinarsi.
Il discorso di Scalabroni in seguito si fa più tecnico, affrontando l’analisi di quello che potrebbe essere un tallone d’achille per la Ferrari. L’ingegnere fa notare quanto, nello scorso Gran premio di Francia, le vetture di Maranello abbiano evidenziato una notevole velocità di punta, risultando particolarmente rapide per gran parte della gara. Tuttavia l’incremento della velocità non sempre è da considerarsi vantaggioso, poiché, come spiega il tecnico argentino, per arrivare a questo punto:
hanno ridotto molto il carico del posteriore e questo ha fatto sì che la macchina sia meno “buttata a terra”
Infatti – aggiunge Scalabroni – “la velocità uno la può trovare riducendo il drag (resistenza aerodinamica n.d.r.), ma riducendo il drag si ha automaticamente una riduzione del carico aerodinamico posteriore”. Tuttavia una riduzione di carico al posteriore crea problemi specialmente per quanto riguarda l’ingresso in curva, poichè cambia l’angolo di frenata e questo fa in modo che la vettura arrivi in curva scomposta, specialmente quando entra in gioco il recupero di energia cinetica offerto dal kers. Questo problema, per quanto riguarda la Ferrari, si è evidenziato prevalentemente in qualifica, dove, a causa della pioggia, la mancanza di aderenza si è fatta ancora più evidente.
L’analisi di Scalabroni insomma non fa che confermare una criticità che già la Ferrari aveva messo in evidenza lo scorso anno, specialmente a Monza. In quell’occasione la vettura era stata scaricata eccessivamente per guadagnare velocità, ma questo l’ha resa molto imprecisa soprattutto nella prima variante e a Lesmo. C’è da ricordare che in quel caso, il diluvio del sabato aveva impedito la messa a punto ottimale e che la performance della SF70H era complicata da un passo eccessivamente corto, ma le premesse per il gran premio di casa anche quest’anno non sembrano le migliori.
Anzi, come sottolineato dall’ingegnere argentino, molti circuiti d’ora in avanti presenteranno un layout che comprende molti rettilinei, e questo andrà certamente a favorire la Mercedes a scapito della Ferrari. Anche l’Austria infatti, nonostante le presenza di curve lente, risulta essere un circuito “basato sulla velocità”, in forza dei suoi tre rettilinei, ai quali fanno seguito curve che richiedono poderose staccate. Un tracciato insomma molto esigente che potrebbe ancora una volta far brillare la stella della Mercedes.