Enrique Scalabroni è intervenuto ai microfoni di Pit-Talk. L’ingegnere argentino ha parlato anche delle ultime performance di Raikkonen, e del mercato piloti del team di Maranello con Leclerc e Ricciardo al centro dell’attenzione.
Enrique Scalabroni è tornato come ospite ai microfoni di Pit Talk. L’ingegnere argentino tra i vari temi affrontati, ha parlato anche delle prestazioni di Kimi Raikkonen. Il finlandese della Ferrari è stato al centro di numerose critiche, soprattutto per quel che riguarda le performance di “Iceman” in qualifica, più precisamente nel corso delle Q3.
Quando si tratta di dover spingere ulteriormente per qualificarsi nella miglior posizione possibile in vista della gara, Raikkonen non riesce mai ad esprimere il vero potenziale della SF71-H. Questo è quanto si è visto in queste prime otto gare.
L’ingegnere argentino, invece di criticare Raikkonen come fanno diversi addetti ai lavori, elogia il lavoro del finlandese della Ferrari. Secondo Scalabroni, Raikkonen non ha colpe per sesto posto ottenuto nel corso del Q3 al Paul Ricard.
” Quando uno esce senza tanta ala al posteriore, e se trova del bagnato in certe curve, è normale. Non si deve attaccare Kimi. Anche perchè in un modo o nell’altro trova sempre il set-up che dopo va molto bene anche per Vettel. “
Ad ogni modo è proprio nel corso delle Q3 che la Ferrari forse perde la possibilità di centrare il podio con entrambe le monoposto. Perché partire avanti in griglia di solo due posizioni per esempio, significa tanto in ottica gara, dove i tempi sul giro tra i tre top team risultano molto vicini. Dunque partire il più avanti possibile, è un dettaglio su cui Kimi Raikkonen e la Ferrari devono lavorare in vista delle prossime gare.
Poi sempre parlando di piloti di casa Ferrari, impossibile non citare Charles Leclerc. Il monegasco della Sauber sta convincendo con i risultati sin qui ottenuti i vertici di Maranell0 nel promuoverlo già dal 2019 al fianco di Vettel. Ciò nonostante Scalabroni non metterebbe sin da subito il monegasco al volante della Ferrari. Nonostante il gran talento di Leclerc, il pilota della Driver Academy ha bisogno di accumulare maggior esperienza, prima di approdare nella scuderia di Maranello.
” Leclerc è molto bravo come pilota, però per me gli mancano ancora 2-3 anni per arrivare alla Ferrari. “
L’ingegnere fa riferimento alla difficoltà nel trovare il set-up ideale in ogni circuito, dove uno giovane come Leclerc non ha l’esperienza di un Raikkonen per poter sviluppare l’auto nel corso dei weekend di gara.
Tuttavia alla Ferrari un collaudatore capace di sviluppare la monoposto c’è. Perchè qualora Raikkonen decidesse di appendere il casco al chiodo (molto probabile ndr) al termine della stagione, la scuderia di Maranello può comunque contare su Sebastian Vettel. Il tedesco oltre che essere molto veloce in pista, ha la capacità di dare le giuste indicazioni ai tecnici del Cavallino Rampante.
Quindi la Ferrari deve dare questa opportunità a Charles Leclerc, anche perchè il monegasco non avrebbe nessun problema nel reggere la pressione all’interno del team Ferrari. Anzi per Leclerc sarebbe un motivo in più per cimentarsi in questa nuova sfida.
Per Scalabroni la soluzione più alternativa a Raikkonen è Daniel Ricciardo. L’attuale pilota della Red Bull oltre che essere un pilota capace di raccogliere sempre il massimo in gara, ha molta esperienza per poter sviluppare una monoposto di F1.
” La soluzione potrebbe essere Ricciardo. Oggi ha molti km alle spalle, ed ha dimostrato che può sviluppare una vettura. “
Qualsiasi pilota che arriverà al posto di Raikkonen nella prossima stagione, dovrà fare i conti con l’enorme pressione che si respira alla Ferrari. Un pilota dev’essere molto forte psicologicamente parlando, e non solo veloce in pista. Scalabroni ha ribadito il fatto che diversi piloti non hanno retto la pressione una volta arrivati nel team di Maranello.
“ Ferrari è la squadra numero uno. Dunque la pressione è enorme. Abbiamo visto che tanti piloti sono crollati psicologicamente, anche campioni del mondo che non sono riusciti a fare niente alla Ferrari. “
A volte nemmeno un quattro volte campione del mondo come Vettel riesce a reggere l’enorme pressione che c’è in casa Ferrari. Più di qualche volta anche il tedesco sotto pressione ha commesso degli errori in pista da rookie. Non è mai facile reggere la pressione, anche quando si disponde della monoposto più performante. Al giorno d’oggi conta più il fattore testa in un pilota di F1, piuttosto che il fattore del talento o della velocità.
Alberto Murador