“Mercedes: ingaggio di Sassi mossa intelligente” – Nugnes a Pit Talk

Franco Nugnes ha giudicato “una mossa intelligente” l’ingaggio dell’ex responsabile del progetto power unit Ferrari, Lorenzo Sassi, da parte dei rivali della Mercedes. Intanto a Maranello non potranno più basarsi sulle consulenze dei tecnici AVL per i banchi prova dinamici. Marchionne, dal canto suo, continua la promozione dei talenti delle risorse interne alla Ferrari.

di Francesco Svelto |

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Quando i motori arrestano il loro rombo e i colori dell’inverno prendono il sopravvento su quelli dell’autunno, è il momento in cui il motorsport accantona definitivamente una stagione per prepararsi anima e corpo a quella successiva. E gli argomenti principi di questi periodi non possono essere altri che i pronostici e il mercato.

In F1 il mercato va ben oltre ai piloti che cambiano casacca. Ci sono i tecnici e gli ingegneri che, passando da team a team, portano in dote tutto il loro know-how acquisito nel corso delle esperienze precedenti al servizio della nuova squadra. Ha fatto molto scalpore qualche tempo fa l’ingaggio di Budkowski da parte della Renault (vi rimandiamo a questo articolo in merito: Renault ingaggia Budkwoski (e i segreti degli altri team)) ma farà quasi altrettanto scalpore, soprattutto ai ferraristi, il futuro ingaggio dell’ex capo motorista di Maranello, ing. Lorenzo Sassi, da parte della Mercedes.

L’ingaggio dell’ennesimo tecnico italiano da parte della Stella è stato annunciato di recente da Franco Nugnes. Il direttore di Motorsport.com, intervenuto ieri nel corso della puntata 124 di Pit Talk, ha rimarcato come lo stesso Sassi fosse, in seno alla Ferrari, uno della cerchia di Allison. Il fatto che possa approdare a Stoccarda, quindi, potrebbe essere una naturale conseguenza del fatto che lo stesso ingegnere inglese abbia consigliato (o voluto) il motorista italiano in Mercedes.

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Non che a Stoccarda avessero bisogno di rafforzarsi sotto il profilo della power unit. Hanno dal 2014 un prodotto performante e di altissima affidabilità (lo si è visto quest’anno, quando Hamilton ha “sfruttato” la penalità soltanto ad Interlagos, penultima tappa mondiale e quando i giochi erano già belli e chiusi). Più che altro, sostiene Nugnes, “[…] l’obiettivo è di avere lo screening preciso di dove a oggi i motoristi del Cavallino sono arrivati. Mi sembra una mossa molto intelligente, perché Sassi  darà lo stato dell’arte di Maranello!”

Una mossa intelligente, atta a capire a che punto dello sviluppo sono arrivati effettivamente in Ferrari. E un rinforzo del genere, se lo guardiamo nell’ottica del cambiamento regolamentare 2018 che vedrà legalizzato l’utilizzo di sole tre power unit – alcune relative componenti saranno ridotte addirittura a due unità – non potrà essere che un ulteriore vantaggio per la factory di Brixworth.

A Maranello, poi, il prossimo anno si dovrà fronteggiare la mancata consulenza dei tecnici di AVL. La ditta austriaca atta a costruire e installare i banchi prova dinamici dei motori – che la stessa Ferrari utilizza – non darà più quel supporto “umano” ai tecnici Ferrari. Vale a dire: in Ferrari c’è il prodotto (il banco prova) ma non si potrà interrogare chi lo ha creato, sviluppato e che ne conosce i segreti.

Forse anche per questa prospettiva Nugnes ha continuato a parlare della riorganizzazione dell’organigramma di Maranello spiegando come l’ing. Corrado Iotti, esperto di affidabilità, sia stato inserito nel programma F1 della Ferrari. In linea generale, sostiene Nugnes, Sergio Marchionne sta continuando con la politica di promozione delle figure interne in quanto “[…] ritiene che ci siano risorse di un talento clamoroso e mai sfruttato fino in fondo!”

Dovremo aspettare la fine di febbraio per capire se Marchionne avrà avuto ragione oppure no. Per il momento i fatti ci dicono che chi lascia – anche in malomodo – Maranello, ha alte probabilità di finire a Stoccarda. E vincere.

Francesco Svelto