Monza: numeri da record e l’ACI è soddisfatta

Monza ha tenuto il suo Gran Premio, ma mai come quest’anno l’Italia ha rischiato di perderelo. Alla fine l’accordo è arrivato e l’ultima edizione è stata un successo.

di Giulio Scaccia 

Su queste colonne abbiamo seguito passo passo tutte le vicende della querelle relativa al Gran Premio d’Italia. Le legittime istanze di Imola, gli sforzi del Presidente dell’Autodromo Uberto Selvatico Estense, l’intervento dell’ACI, l’esposizione finanziaria e alla fine l’accordo triennale con la FOM di Bernie Ecclestone.

L’edizione numero 88 del Gran Premio d’Italia è stata un successo. E’ stato battuto il numero complessivo di spettatori dell’edizione 2000, in cui il kaiser Michael Schumacher stava per riportare il titolo mondiale a Maranello dopo 21 anni. Certo le buone prestazioni della Ferrari hanno aiutato, ma fa parte del gioco.

Abbiamo più volte parlato dell’accordo importante ed oneroso raggiunto con la FOM un impegno triennale, e quindi fino al 2019, con una spesa complessiva di 68 milioni di euro così ripartiti: 22 milioni di euro nel 2017 e nel 2018, poi 24 nel 2019.

Per la copertura sono intervenute ACI Italia, ACI Sport, la Regione Lombardia ed anche il supporto del governo: l’autodromo ha cambiato nome e da questa edizione è Monza Eni Circuit. A tal proposito è molto chiaro Angelo Sticchi Daminani, Presidente di ACI Italia, che tanto si è speso per tenere a Monza il Gran Premio. In una intervista pubblicata su Motorsport.it ha ribadito:

Più che aver dato una nuova denominazione, abbiamo aggiunto ENI, un nome prestigioso, che rappresenta la più importante compagnia petrolifera italiana che ha ritenuto in questo modo di affiancare l’ACI in questa straordinaria avventura. Questo per noi è molto importante, al di là delle cifre, al di là di tutto. È importante il fatto politico: ci siamo sentiti affiancati dal Governo e in particolare dal Ministro dello Sport, Luca Lotti, che ci ha seguito dalla prima ora, dalla Regione Lombardia e dai grandi gruppi industriali e finanziari.

In tutto questo non dimentichiamo l’impegno di Sticchi Daminai per cercare di trovare una collocazione stabile ad Antonio Giovinazzi. L’ACI torna così anche ad avere un ruolo nella sponsorizzazione, speriamo non solo a parole, dei drivers nostrani.

Monza e il Gran Premio sono un patrimonio dell’Italia e del Motorsport, nazionale e internazionale. Il nuovo corso di Liberty Media probabilmente darà una mano ad ACI in questo rilancio. Non dimentichiamo che una parte del denaro previsto nell’accordo con FOM deve essere reperito attraverso attività collaterali al Gran Premio. Come si è visto a Piazza Castello a Milano e in una serie di manifestazioni collaterali, la strada intrapresa sembra quella giusta.

Bisogna apprezzare lo sforzo di ACI Italia. Quello che ci piacerebbe però sono anche altre due cose: che la popolazione brianzola apprezzasse l’arrivo del Gran Premio e non ostentasse fastidio per l’arrivo di tifosi e turisti. Anzi, si rendesse conto dell’indotto prodotto in termini economici e di immagine. Bastava girare intorno Monza per vedere ristoranti e pizzerie piene e tanta gente in più che gravitava anche su Milano.

E qui ritorna Imola. Nella terra dei motori c’è desiderio di Formula 1 e di motori di alto livello, con una passione che non ha eguali. Quello che da giornalisti ed appassionati vorremmo, è un occhio di attenzione, legittima, che dal Santerno continuano a palesare.

ACI ha fatto tanto per l’operazione Monza. Imola è una risorsa, non è un ostacolo. E il motorsport non è solo la Formula 1.