Dopo Singapore per la Ferrari è necessario ripartire. Dal prossimo GP di Malesia l’obiettivo sarà iniziare a recuperare punti. Intanto c’è la conferma che Il motore della SF70-H numero 3 è salvo. Alla fine mancano sei gare, Messico permettendo.
Oltre al danno al beffa avremmo potuto dire. Nel pasticcio di Singapore almeno una nota positiva per la Ferrari c’è. Il motore della monoposto di Vettel non ha subito danni. Si tratta sì di un propulsore a fine vita, di fatto però non ha percorso il chilometraggio dell’ultimo GP, per cui è ancora utile.
Nella carambola della partenza il muso di Raikkonen ha sfondato la fiancata sinistra della vettura di Vettel danneggiando il radiatore. Lo si è visto bene in TV dal momento che Vettel è andato a muro a causa del liquido di raffreddamento perso nell’impatto poi colato sulle ruote posteriori.
Il timore era quello che, privo di sistema di raffreddamento, la power unit avesse subito danni di surriscaldamento. Per fortuna così non è stato. La SF70H in Malesia non dovrà scontare la penalità di 10 posizioni data a chi deve fare un cambio motore non previsto.
Proprio la Malesia sarà una tappa fondamentale dopo il disastro di Singapore. La Ferrari non potrà più permettersi di perdere punti. A sei gare dalla fine la forbice che divide Hamilton da Vettel dovrà per forza di cose ridursi se si vuole rinforzare l’attuale indebolità velleità iridata. In questo contesto c’è anche da prendere in considerazione il fatto che tra 40 giorni in calendario ci sarà il GP del Messico a Città del Messico, paese devastato dal fortissimo terremoto di questi giorni.
Non ci sono ancora comunicazioni, ovviamente ora le priorità in Messico sono altre, ma non è da escludere la possibilità che l’evento sportivo possa esser cancellato. Per la Ferrari un grosso problema che avvicinerebbe ulteriormente Hamilton al suo 4° titolo mondiale.