F1 | Hamilton e Vettel al primo faccia a faccia dopo Baku

Durante la classica conferenza stampa del giovedì, son stati convocati Lewis Hamilton e Sebastian Vettel. I due si son visti per la prima volta dopo i fatti di Baku. Nessuno scontro verbale, con il tedesco che ha confermato le sue scuse al collega.

di Francesco Svelto |

 

Nessuno scontro verbale tra Lewis Hamilton e Sebastian Vettel, i protagonisti del “fattaccio” di Baku che si sono visti per la prima volta, davanti a tutti, a due settimane dall’evento. La polemica, quindi, sembra faccia ormai parte del passato.

Numerose le domande ai due protagonisti in merito agli episodi dell’Azerbaijan, con il povero Kevin Magnussen – convocato anch’egli alla conferenza stampa – che con aria quasi dimessa era costretto a fare da spettatore.

Il tedesco ha rimarcato quanto detto in tribunale FIA, ribadendo di come la sua mossa sia stata sbagliata e inopportuna e si è detto quindi pentito di quanto fatto. Il pentimento. E’ questa la motivazione ufficiale che ha portato Vettel a non essere ulteriormente punito dalla Federazione nell’udienza di lunedi scorso, 3 luglio, giorno del suo 30esimo compleanno. Con buona pace dei ferraristi.

Hamilton, dal canto suo, ha rivelato di aver scambiato qualche messaggio via smartphone con Vettel il giorno dopo Baku e che già da quella conversazione Vettel aveva posto le sue scuse, puntualmente accettate. Anche da parte dell’inglese c’è stato molto equilibrio e nessuna particolare frase sopra le righe. Il tre-volte campione ha confermato la stima che ha in Vettel come uomo e pilota ma ha voluto sottolineare come l’accusa di aver effettuato il famoso “brake-test” in quella curva sia del tutto infondata e di come pensasse, ancora oggi, che il modo di guidare del collega sia stato vergognoso.

Infine un ultimo interessante passaggio è stato su Vettel e sulla sua non-capacità di tenere i nervi saldi. Gli intervistatori han fatto riferimento anche agli eposodi di Città del Messico dello scorso anno. Da parte di Vettel un secca negazione. E non poteva essere altrimenti.

 

 

Francesco Svelto