Donnini a Pit Talk: “Ferrari vincente solo con Vettel”

La puntata 103 di PitTalk ha avuto come ospite in studio Mario Donnini, storica firma del settimanale Autosprint. Donnini ha commentato ai nostri microfoni gli esiti del Gran Premio di Monaco, ponendo l’accento sull’importanza della Ferrari di imporre degli ordini di scuderia per capitalizzare il momento di dominio sulla Mercedes.

di Marco Santini

 
Vettel allunga su Hamilton in classifica, arrivando a 25 punti di vantaggio. Con questa Ferrari è lecito pensare e sperare nel titolo iridato?

Beh, in queste 6 gare Vettel è sempre arrivato primo o secondo. Il che vuol dire che finora non gli è mai capitata la giornataccia, cosa che invece è capitata alla Mercedes. Questo significa che abbiamo ragionevoli possibilità di pensare che sarà competitiva dappertutto. Però attenzione: la Formula 1 è una bestia strana e non sempre va secondo logica. Potremmo arrivare al punto durante la stagione a rimpiangere questo meraviglioso momento in cui la Ferrari aveva il vento alle spalle che la spingeva. Sappiamo che il mondiale si può vincere solo con Vettel e che ogni punto potrà servire, quindi ora le polemiche su Raikkonen sono da evitare, perché se a fine anno si perde il titolo per un ordine di scuderia non dato sono problemi.

 

Pensi che sia stato un errore quello della Ferrari nel fermare Raikkonen sapendo di rimandarlo in pista nel traffico? O cera della malizia nella tattica scelta?

Questa è una tesi che non ha controprove, non ci sono soluzioni come nel cruciverba. Se una squadra vuole distruggere la gara di un pilota rispetto al suo compagno ha mille modi, a partire dallordine di scuderia, perché nessuno avrebbe avuto nulla da dire. Monaco è una gara come unaltra del mondiale, e oggi la Ferrari può vincere il titolo solo con Vettel. Gli ordini di squadra vanno dati, perché non dobbiamo dimenticare che solo 7 mesi fa chiedevano la testa di Arrivabene ed oggi ci ritroviamo con la Ferrari in cima al mondiale. Da un momento allaltro la Mercedes può tornare davanti ed ogni punto sarà fondamentale. Io comunque non credo ci siano stati ordini di squadra: Raikkonen in gara è stato troppo lento coi doppiaggi e li si è distrutto la corsa.

 

Cosa ne pensi del weekend di Hamilton? È stato distratto da eventi esterni come il Festival di Cannes?

Su di lui mi sono posto una domanda: E se ad Hamilton pesasse il fatto di non avere più in squadra un pungolo devastante come Rosberg lanno scorso?. Perché adesso sembra troppo tranquillo ora con Bottas, mentre prima era sempre li col veleno pronto a battagliare col rivale. Vedremo quanto durerà anche il ritiro di Rosberg, credo che tra 2-3 anni potrebbe decidere di tornare sui suoi passi.

 


I nuovi regolamenti tecnici 2017 ci hanno regalato una Formula 1
noiosa?

Le gare sono sempre state così. Il motorsport offre dei tempi scenici che tutto sommato sono ben diversi da quelli cui ci hanno abituato i film ed i telefilm. Non cè il cliffhanger, il twist ad ogni secondo, il colpo di scena, il fine puntata col cuore in gola. La Formula 1 è pallosa, è come le storie damore. Fodnamentalmente, ricordarle è fantastico ma viverle è anche un po palloso. Esistono le suocere, i fratellini A volte confondiamo i film porno con le storie damore, sono due cose diverse. Se vuoi la storia damore e ci vuoi stare dentro, ci vuole pazienza. Allora poi dopo pian piano ti diverti, ci stai bene ed hai una qualità della vita buona. Anche ai tempi di Gilles Villeneuve, erano due ore di sofferenza per 3 minuti di godimento.

 

Se in Formula 1 su una pista molto veloce si fosse visto un incidente spettacolare come quello di Dixon alla Indy 500, ci sarebbero state polemiche da parte dellopinione pubblica?

No, è una cosa fisiologica. Vedere gare di monoposto, che sia Formula 1 o Indycar, dove ci si supera oltre i 300 km/h, implica la possibilità di avere un certo tipo di incidenti. Abbiamo visto incidenti molto meno spettacolari in passato con epiloghi molto diversi. Dixon ne è uscito con soltanto un tutore alla caviglia, direi che è andata benone, è stato un miracolo. Su Autosprint abbiamo intitolato San Giampaolo Dallara, perché fare esperienze del genere e poter scendere dalla macchina e raccontarlo ai nipoti, è una cosa fantastica. Negli anni 70, sognavamo gare nelle quali potessero succedere cose del genere, cioè lincidente da cartone animato in cui però i piloti uscivano completamente illesi.