F1 | Mercedes vs Pirelli, invidiando la Ferrari

Il rapporto tra Mercedes e Pirelli inizia a scricchiolare, con i tedeschi che lanciano insinuazioni piuttosto fastidiose al costruttore italiano e – indirettamente – alla Ferrari. Il tema principale è il delicato utilizzo delle coperture che a Maranello sembrano aver interpretato molto meglio che a Stoccarda.

di Francesco Svelto |

Certo fa strano come i rapporti in F1 possano cambiare passando dal totale idillio all’incrinarsi in cosi poco tempo. Però effettivamente è proprio quello che sta accadendo in questo periodo tra Pirelli e la Mercedes.

Cerchiamo di costruire lo scenario: il weekend di Montecarlo ha visto trionfare la Ferrari in maniera netta, dimostrando di essere avanti fin dalle prime prove libere del giovedi. Tralasciando i fatti “sportivi” della gara, uno dei punti chiave del successo delle Rosse (quasi sicuramente il più significativo) è stato l’eccellente sfruttamento delle gomme Pirelli. Il team italiano è stato più di tutti in grado di mandare in temperatura, da subito, qualsiasi tipologia di mescola, soprattutto la super-soft. Caratteristica, questa, rivelatasi fondamentale ai fini del successo.

I primi sentori che la Ferrari sapesse sfruttare al meglio le coperture milanesi comunque non son arrivati durante il weekend monegasco bensì già da qualche gara. Cosi come, in senso opposto, da un po’ di tempo iniziava a diventare evidente (ed argomento di discussione) il fatto che Mercedes potesse avere qualche problemino con l’asse posteriore della W08 EQ Power+ (si, è proprio questo il nome ufficiale della Freccia d’Argento di quest’anno!) che sembrava non riuscire a far lavorare in maniera ottimale quei grossi pneumatici da oltre 40 cm di larghezza.

Ad ogni modo, subito dopo Montercarlo è scoppiata la polemica, con Toto Wolff che proprio non c’è stato a vedersi sopravanzare in maniera cosi netta dalla Ferrari. E’ stato proprio lui, il team manager austriaco, a definire come “un mistero italiano” il fatto che la Ferrari sapesse far lavorare le gomme da subito nel loro miglior range d’azione e Mercedes no. Parole pesanti, definibili anche come insinuazioni. Con tanto di aggiunta dell’appellativo “italiano” usato quasi a mo di insulto, mostrando anche un certo pregiudizio sul modus-operandi che c’è nei rapporti di collaborazione italiani. Inutile ribadire come le coperture siano le medesime per tutti i dieci team iscritti; la differenza sta, ovviamente, nel saperli far funzionare.

Dicevamo di un rapporto che inizia a tendersi. Eppure ci sarebbe da ricordare come Mercedes, con Pirelli, c’andava d’amore e d’accordo fino a pochi mesi fa. Il rapporto tra Stoccarda e Milano è sempre stato eccellente: dopo un 2011 (anno del ritorno Pirelli in F1) sottotono per i tedeschi, già dal 2012 cominciano a tirare fuori risultati di rilevo grazie ad un sempre crescente feeling con le coperture. Poi, per poterle comprendere ancora meglio, addirittura Mercedes arriva ad organizzare nella primavera 2013 un test segreto – e vietato! – per portare avanti gli sviluppi delle coperture per poi arrivare, dal 2014 fino a praticamente ieri, ad essere gli assoluti dominatori della nuova F1 dell’era ibrida. Insomma, un rapporto idilliaco che ha portato vantaggi ad ambo le parti ma che però all’improvviso sembra aver preso una piega differente.

Di sicuro conterà molto il proseguio di questo mondiale in termini di risultati. Ormai in F1 lamentarsi è di moda quando non si ricopre più il ruolo del protagonista (si guardi Red Bull e i rapporti con Renault). La via migliore per risolvere i problemi, però, resta sempre quella del lavoro, non quella delle parole.

Francesco Svelto