Nella puntata 105 di PitTalk abbiamo avuto il piacere di avere nuovamente ai nostri microfoni Pino Allievi della Gazzetta della Sport. Allievi ha commentato per noi i principali avvenimenti del Gran Premio del Canada, analizzando la gara dei piloti Ferrari e commentando le voci di mercato sul futuro di Raikkonen.
di Marco Santini
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Partendo dal sabato, Hamilton in qualifica ha raggiunto le 65 pole position di Ayrton Senna. Ti è piaciuta l’idea della famiglia Senna di regalargli la replica di un casco?
Guarda, io sono sempre piuttosto refrattario a queste cose. Senna lasciamolo dov’era: Senna era Senna, è inutile fare paragoni, rievocazioni e cessioni di caschi più o meno originali. Senna era Senna ed è ineguagliabile. Hamilton è un’altra cosa, Hamilton è Hamilton. Senna ha fatto dei record nei momenti in cui si correva 16 volte l’anno, Hamilton è l’espressione della Formula 1 che fa 21 gran premi. Tante cose sono cambiate, dai regolamenti alle macchine ai rivali. Paragoniamo pure i numeri, ma a me lasciano totalmente indifferenti. Non mi dicono niente questi accostamenti tra Hamilton, Schumacher, Senna e gli altri grandi del passato. Questi accostamenti fanno bene solo a quelli che non capiscono niente di auto e si riempiono la bocca di paragoni storici che non conoscono.
Passando alla corsa, quella della Ferrari è stata condizionata dalla partenza. Come hai visto la partenza di Verstappen che ha compromesso la gara di Vettel?
Secondo me Verstappen non ha nessuna responsabilità, anche perché lui parte come è giusto che parta un pilota, col coltello tra i denti. Poi è vero che le gare non si decidono alla prima curva, però nella Formula 1 moderna spesso si decidono lì. Chiaro che Verstappen non avrebbe potuto puntare alla vittoria, lui puntava a mettersi davanti perché poi passare è sempre difficile. Però Vettel doveva partire meglio. Io non so cosa sia successo alle Ferrari, perché così come altre volte sono partite a razzo, stavolta sono partite tutte e due piano. Io non so se sia stato il sistema di partenza che li ha traditi o se siano stati loro che hanno tentennato. Però Verstappen ha fatto quello che dovrebbe fare qualunque pilota: partire alla garibaldina e vedere quello che succede. Se Vettel fosse partito meglio, la collisione non ci sarebbe stata. Quindi un po’ di colpa è anche sua, pur in modo molto lontano. Verstappen era lì, in tre non ci si passa, la pista di Montreal non è tra le più larghe. E c’è stata questa collisione che ha condizionato tutto il Gran Premio della Ferrari, il quale si è deciso tutto alla prima curva.
La gara della Ferrari si è decisa alla prima curva, ma tu hai avuto l’impressione che in questa pista la Mercedes avesse una marcia in più?
Certo, altroché. Io l’ho visto in qualifica: quando, se tu notavi, ogni volta che Hamilton scendeva in pista abbassava i tempi. E lo faceva con relativa facilità, mentre Vettel l’ho visto molto al limite, ed ha fatto anche un piccolo errore di quelli che solo noi maniaci riusciamo a vedere. E non capitava da molto che Vettel commettesse degli errori inseguendo un altro pilota, perché di solito era lui il punto di riferimento. Ad esempio a Montecarlo era successo il contrario: era stato Hamilton, con la famosa sbandata che ha fatto nella salita del Massenet, che aveva dovuto rischiare al limite per tentare di accedere al Q3. Qui è successo il contrario: c’è stata una Mercedes che la Ferrari non prevedeva così forte, ed una Ferrari che si è trovata un pochino spiazzata. Di gara in gara quest’anno c’è una prevalenza di uno o dell’altro: qui c’è stata una prevalenza Mercedes, a Montecarlo c’era una netta prevalenza Ferrari. Però, mentre Montecarlo è una pista anomala, questa è una pista più indicativa perché l’aerodinamica conta di più ed a me è parso che la Ferrari non avesse più quel grande vantaggio in frenata che aveva avuto negli altri Gran Premi. E su una pista di frenata come Montreal, la Ferrari contava molto su questa qualità per fare un pochino la differenza, ed invece non si è vista neanche in qualifica.
Rimanendo sulla Ferrari, Raikkonen era davvero in pista domenica?
Ecco, io non lo so ma forse non lo sa neanche lui, è questo il problema. Non so, io non riesco a valutare l’entità del danno che può aver avuto Raikkonen alla prima curva quando è andato sull’erba. Ecco, non so se ha avuto un danno al fondo o qualcosa del genere, perché poi la Ferrari non ti racconta mai come vanno le cose. Però mi è parso il Raikkonen dei primi Gran Premi: cioè, escludendo Montecarlo, questo era il Raikkonen delle prime tre gare era questo visto in Canada. E cioè qualifiche con un errorino, una partenza così e così, un terzo di gara buono, un calo nella fase centrale ed una ripresa nella fase finale. Qui le cose stavano andando così, se non fosse che nel finale ha avuto dei guai seri e ha dovuto rallentare e resettare tutto il sistema. Ma il Raikkonen di Montecarlo, in Canada, non c’era.