F1 | Il J’accuse di Vettel dopo le strafottenze di Verstappen

verstappen-max-red-bull_3465884Mentre Max si preparava a salire sul podio dopo essersi complimentato con il vincitore Lewis Hamilton e il tedesco Rosberg, la direzione gara ha inflitto una penalità di 5 secondi al figlio di Jos, facendo così salire Sebastian sul podio permettendogli di godere del calore emanato dal mare di folla messicano. Una decisione molto probabilmente giusta regolamento alla mano, ma che clamorosamente è stata smentita post podio! I commissari di gara hanno infatti penalizzato il tedesco della Ferrari con 10 secondi per aver ostacolato Ricciardo in fase di difesa, facendo così salire l’australiano sul podio finale. La beffa ulteriore per “Seb”, viene dal fatto che nella classifica generale del GP Messico si ritrova ora quinto, dietro ad entrambe le Red Bull. A giudizio di chi scrive, la direzione gara (mediamente parlando) soffre di evidenti manie di protagonismo e l’applicazione del regolamento in F1 è obiettivamente diventato un caso psichiatrico clinicamente rilevabile.

Nel dopo gara, scontro acceso tra Vettel e Verstappen, con il tedesco molto chiaro nell’esprimere il suo punto di vista al microfono dei giornalisti:

“E’ chiaro a tutti quello che è successo, ero più veloce di Max, l’ho messo sotto pressione e lui ha sbagliato. Avrebbe dovuto ridarmi la posizione, ma non lo ha fatto, facendomi perdere molto tempo nei confronti di Ricciardo. Devo ancora riguardare l’incidente con Daniel, lui a volte è un po’ aggressivo ma ci sta, c’era un podio in palio. Io e Ricciardo eravamo molto vicini, c’è stato un contatto e pensavo di aver forato, sono stato fortunato. Con Max ero molto arrabbiato, alla radio gli hanno detto di darmi la posizione e lui non lo ha fatto. Poi Arrivabene mi ha parlato e mi sono calmato per concludere la gara”.

Durissima la risposta di Max Verstappen, vittima probabilmente del suo stesso ego e certamente non frenato dalla FIA (intervista rilasciata pochi istanti dopo la sua penalizzazione):

“Rosberg ed Hamilton hanno fatto la stessa a inizio corsa. Loro hanno tagliato la prima curva avvantaggiandosi, non capisco perché io sono stato penalizzato e loro due no. Non sono rimasto davanti a Vettel per far rimontare Daniel, stavo pensando solamente a fare la mia gara. Piuttosto parlerei del fatto che Sebastian ha chiuso brutalmente il mio compagno di squadra mentre tentava di superarlo, l’ho visto negli specchietti e anche quello è un episodio che avrebbe meritato una bella punizione. Vettel è un ragazzo frustrato, dovrebbe tornare a scuola e imparare la buona educazione”.

Fermiamoci un attimo. Un ragazzino di 19 anni, per quanto immensamente forte, sta dicendo in mondo visione che il quattro volte Campione del Mondo Sebastian Vettel dovrebbe imparare la buona educazione. Che, tradotto, significa un po’ “ma stai buono”. Siamo dinanzi ad una situazione senza precedenti nella F1 moderna e il dibattito potrebbe dilungarsi sino a domani mattina, se non ci fermiamo alla lapidaria mancanza di rispetto nei confronti dei colleghi che Verstappen sta dimostrando già da diversi mesi. Cosa che, obiettivamente, potremmo fare per rispondere ai dettami della buona educazione e per onorare il rispetto che dovrebbe intercorrere tra gli uomini e gli atleti che si cimentano in un’attività sportiva. Ma sì sa, le difese vincono le partite e gli attacchi fanno vendere i biglietti (chi vuole intendere, intenda).