Henry Morrogh e la Formula 1 di oggi

Quando hai corso erano altri tempi….

Erano altri tempi. Erano tempi di divertimento. Oggi sia a 2 che 4 ruote c’è tanta serietà, è noioso. Morivano in tanti, però c’era più allegria. Negli anni 50, c’era divertimento. Circuiti con alberi, ponti, pali della luce. Erano appena nati Brands Hatch e Silverstone, i più sicuri del mondo. Allora gli inglesi adattarono molti aeroporti della guerra da dove decollavano gli Spitfire e gli Hurricane. Oggi c’è troppa serietà, in tutti i campi. E’ troppo importante vincere. Hai tempi miei l’importante era partecipare.

Oggi perché avvenga un incidente mortale ci debbono essere molte concause

Henry_MorroghE’ vero. I regolamenti, i circuiti, le macchine, garantiscono sicurezza. E questo è un gran bene. Si è perso però lo spettacolo. Ad esempio vediamo pochi sorpassi. In frenata, negli anni 60, le macchine raggiungevano velocità analoghe a quelle di oggi, frenavano a 120/130 metri. Oggi freni a 70/60 metri… Come fai a tentare un sorpasso? Oggi i rischi sono diminuiti ma anche lo spettacolo. Quando succede un brutto incidente, E’ questione di fortuna o no. La prima volta che ho visto questo era in una gara di moto che stavo vincendo. Stavo per doppiare un mio amico alla prima gara. Un imbecille ha rotto il motore ed ha scelto quel momento lì per spingere la moto a mano e attraversare la pista. Il mio amico non poteva evitarlo. Io ero 10 metri indietro. C’è stato un urto incredibile. Il mio amico è finito addirittura sugli alberi. Si è salvato per fortuna, anche se è rimasto in ospedale per un anno e mezzo. Io mi sono salvato, ma non per merito mio. Sono stato fortunato. Sono dei casi. O ti va bene o no.

Raccontaci un altro aneddoto

A Reims in Francia di notte ero a 250 km/h. La macchina non frenava. Ho capito che c’era olio, ma non potevo vederlo alle 3 di notte. Mi ricordavo che c’era una via di fuga. Non avevo controllato tutte le vie di fuga e all’epoca mettevano a volte una sbarra metallica nella via di fuga. Io sono passato. Non c’era nessuna sbarra. Se c’era il tubo metallico di traverso, non stavo qui. Sono stato fortunato. Finché dura ringrazio chi sta lassù.

Henry Morrogh Fondatore della Henry Morrogh Racing Drivers School. Classe1931, nato e cresciuto in Irlanda del sud, dove ha cominciato a correre in auto e moto. All’inizio degli anni ’60 è pilota ufficiale Renault e con le piccole Alpine consegue grandi risultati. Ha rispetto per la meccanica, grande pulizia di guida che gli deriva dall’esperienza con la Norton Manx con cui partecipa ai campionati di motociclismo, e visione tattica perfetta per le gare sprint e di durata. I suoi compagni di avventure lo convincono ad aprire la prima scuola in Francia. La sua bravura nell’insegnare la guida sportiva lo fa approdare anche in America, in California per la precisione. Poi arriva in Italia, siamo alla fine degli anni ’60, a Vallelunga. Henry si stabilisce a Campagnano e l’Italia è la sua seconda patria. La scuola cresce di importanza e notorietà. Sono molti anche i giovanissimi che si affacciano alla scuola: fra questi, negli anni ’70, arrivano Elio De Angelis, Andrea De Cesaris ed Eddie Cheever. Cominciano da Henry giovanissimi ed il risultato è noto a tutti. Alla fine degli anni ’80 la Scuola di Henry si trasferisce a Magione, e li sarà campo scuola per altri giovanissimi talenti, su cui spiccano Nicola Larini e Alessandro Nannini. Grande banco di prova le gare Club organizzate prima con le Formula Italia e poi con le Formula Ford Oggi la scuola piloti è a Battipaglia, Autodromo del Sele.