F1 | Storia: Leggende da corsa, la Lotus

La leggenda della Formula 1 è stata alimentata dalla presenza di personaggi leggendari, uno su tutti Enzo Ferrari,  ma anche da mitiche scuderie che attualmente non affollano  più le griglie di partenza.

233px-Colin_Chapman_1971Su tutte la Lotus, fondata da Colin Chapman, definito “il Ferrari d’Inghilterra“, autentico genio dell’aereodinamica, trovò in Jim Clark l’interprete ideale per le sue macchine. Con l’astro scozzese vinse due titoli mondiali e una 500 miglia di Indianapolis. Clark fu l’unico pilota della Lotus che si adattò alla guida sdraiata della 25 e i risultati pagarono abbondantemente l’azzardo tecnico. I detrattori, tra cui Ferrari, definirono la Lotus 25 “un insieme di 4 lamiere con le ruote“, ma non mancarono di copiare l’impostazione dell’abitacolo caraterizzante ancora le monoposto odierne. L’epopea di Clark fini nel 1968 durante una gara di Formula 2 su una Lotus; il campione scozzese perse la vita in un incidente dovuto a una foratura di un pneumatico posteriore.

Finita l’era di Clark, Colin Chapman, orfano del suo interprete principale, soffrì a trovare una collocazione vincente, fino a quando l’invenzione degli alettoni lo riportarono alla ribalta della Formula 1. Copiati dalla Ferrari 312, ne estremizzò talmente il concetto che durante il Gran Premio di Spagna del 1968 si ruppero i supporti che reggevano le ali posteriori, causando due incidenti ai propri piloti che per fortuna non ebbero esiti nefasti. Lotus-72BSolo Jochen Rindt riportò la frattura del setto nasale, Hill ne uscì incolume anche se spaventato. Seppur protagonista di qualche vittoria intermedia fino al 1970, nessuna Lotus riuscì a vincere il titolo, che puntualmente arrivo nel 1970, ma postumo perchè il suo pilota di punta Jochen Rindt rimase ucciso in incidente all’ingresso della Parabolica di Monza. Quel giorno cedette un disco dei freni, nell’innovativa posizione in-board, e complice un avvallamento la vettura rimbalzò sul terreno in modo molto simile a quanto accadde alla Ferrari di Villeneuve qualche anno dopo. La violenta decelerazione uccise all’istante il talentuoso pilota austriaco. Le polemiche divamparono, i piloti corsero malvolentieri per Chapman per  la sua cattiva reputazione di “ammazza piloti”.

lotus72CNel 1972 il brasiliano Fittipaldi, alla guida della Lotus 72 vinse il titolo; la Lotus 72 dall’inedita forma a cuneo dettò le linee alla produzione di serie molte macchine; ne copiò lo stile su tutte la Fiat X1/9.

mario_andrettiFino al 1977 la Lotus non ebbe sussulti particolari. Sarà l’arrivo di Andretti, ma soprattutto l’invenzione delle minigonne, a portare la Lotus a vincere il Campionato del mondo nel 1978, purtroppo anche questo macchiato dalla prematura scomparsa a Monza di Peterson, che sulla Lotus aveva scritto le più belle pagine della sua carriera. Dal 1978 in poi cominciò un declino dovuto a scarse disponibilità finanziarie, Chapman sperperò moltissimo denaro per finanziare la Delorean, famosa vettura del film “Ritorno al futuro“, e le regole sempre più restrittive in pratica tarpavano le ali all’inventiva del genio inglese. L ultimo successo di una Lotus targata Chapman fu grazie a Elio De Angelis, che in Austria nel 1982 battè in volata un coriaceo Keke Rosberg. Da lì a qualche mese Chapman mori per un infarto e, forse, anche la Lotus comincio a spegnersi. Peter Warr e Gerard Ducarouge riuscirono a rinverdire il marchio solo grazie alle prestazione di un giovane arrembante, Ayrton Senna, che fino al 1987 riporto la macchina inglese ai vertici; poi fu il buio, tra prestazioni sconcertanti, una marea di debiti e liti sulla gestione del marchio. Si arrivò claudicando  al  1994,  anno in cui la Lotus si ritirò definitivamente dalla Formula 1.

Successivamente il marchio venne ripreso col nome Lotus F1 Team, ma questa è un’altra storia.