F1 McLaren tra errori passati e speranze future

La McLaren dal 2012 non vince più in F1. Ci sono però molteplici motivi per credere che siamo vicini ad una inversione di tendenza. 

di Francesco Svelto     

17 dicembre 2015 – Più di qualcuno all’interno del paddock è convinto che la disastrosa stagione della McLaren-Honda – la peggiore della storia del team fondato da Bruce McLaren – sia destinata a rimanere un fatto isolato. Il prossimo futuro potrebbe essere nettamente differente per il team di Woking. Le motivazioni sono molteplici: a partire dall’esperienza accumulata sugli errori commessi da un team il cui nome – ed il cui CdA – sono troppo pesanti per essere ripetuti fino ad arrivare all’evoluzione di un motore arrivato forse troppo presto in griglia. Si, parliamo di quella power unit Honda tanto bistrattata durante il 2015 ma potrebbe nascondere qualche piacevole sorpresa per il prossimo futuro.

mclaren Jenson Button leads Fernando Alonso.Le speranze – Forse ai più è passata un po’ sottomano la notizia che ha girato per un breve periodo secondo la quale addirittura la Red Bull abbia bussato alla porta della Honda per avere la propulsione giapponese per la prossima stagione (anche se alla fine non se n’è fatto nulla a causa del veto posto da Ron Dennis). Questa storia però ci da una ben chiara indicazione di come all’interno del paddock si rispettino i giapponesi e il loro prodotto per il prossimo futuro: è fuori discussione che Honda stia lavorando senza sosta al nuovo propulsore, un prodotto nettamente differente da quello che abbiamo “ammirato” ad Abu Dhabi. I problemi sull’unità 2015 erano tantissimi ed era palese fin dall’inizio che non potevano essere risolti entro la stagione in corso (era chiaro anche il bluff di Alonso e soci che parlavano di “podio” entro fine anno) ma per il 2016 la situazione è sarà completamente differente. Il boss Yasuhisa Arai ha addirittura parlato di tenere tutti in fabbrica in questo inverno. Si tratta di uno scherzo, ovviamente, ma da l’idea di come anche il management Honda sa che da oggi non si scherza più.

mclarenmercedesMp413Gli errori del passato – Ma se le noie di natura motoristica sono stata la prima causa del fallimento McLaren del 2015, da non sottovalutare sono i problemi di organico di un team e che non sono proprio recenti ma che risalgono a tre anni fa circa, da quel 2012 che è l’anno della loro ultima vittoria in F1 (GP del Brasile). McLaren è sinonimo di un team che ha fatto la storia della F1 sia da un punto di vista di piloti che da un punto di vista di progettisti. Per non parlare di colui/coloro che gestiscono il muretto box. E’ dall’era Newey ormai che la McLaren non detta più legge in termini di soluzione tecniche all’avanguarda. Quelli erano tempi in cui tutto il paddock cercava di capire i segreti di macchine stupende, estreme fino ai limiti dei regolamenti e guidate da piloti di punta (Hakkinen, Raikkonen, Hamilton). Pian piano però Woking, per vari motivi, ha perso i pezzi per strada: prima i progettisti, poi i dirigenti al muretto, poi i piloti (per non parlare degli sponsor che scappano), fino a diventare – nel bienno 2013-2014 – un team del tutto “normale” (con buona pace dei vari Whitmarsh, Tim Goss, Button, Perez, Magnussen).

Il baratro prima dell’inversione di tendenza: torna Ron Dennis al box e quest’ultimo porta prima la coppia Boullier-Prodromou e poi un certo Fernando Alonso. Il resto è storia recente, con l’ingresso della Honda che completa i tasselli di un team che vuole fondere le migliori culture e know-how in circolazione e che nell’arco di un trienno conta di tornare sul tetto del mondo della massima categoria automobilistica. Fatti, non parole: questi aspettano a Woking. Il 2015 è una ferita ancora troppo recente e che fa ancora troppo male a tanti, troppi personaggi.