6 settembre 2015 – A Monza la storia del Gran Premio d’Italia fa quasi sempre rima con le imprese della Ferrari e un nome spicca su tutti gli altri: quello di Michael Schumacher, che con la Rossa ha firmato alcune delle imprese più belle della storia della Formula 1.
Il tedesco è il recordman delle vittorie nel Gran Premio d’Italia e una delle gare più belle e forse significative che ha vinto è stata forse quella del 1998, in cui il tedesco vendica la batosta di Spa e firma con Irvine una doppietta che lo porta a pareggiare i conti con Hakkinen.
Un duello che è stato il Leitmotiv della stagione, con Schumacher che quasi a sorpresa riesce a infilarsi tra le due McLaren di Hakkinen e Coulthard. Il tedesco, nella gara precedente, ha fallito l’assalto alla vetta della classifica per l’incredibile incidente con Coulthard ed è chiamato al riscatto nella gara casalinga e lui risponde presente in qualifica, piazzando la pole position e mettendosi dietro le due McLaren, che vanno in crisi con le temperature basse. Ad approfittarne è un alleato insolito: Jacques Villeneuve, che a sorpresa si piazza a fianco di Schumacher.
La domenica è una delle occasioni più ghiotte per il pubblico ferrarista per vendicare Spa, approfittando di Villeneuve che può fare da tappo o da guastafeste alle due McLaren. Ma al semaforo verde accade una cosa inattesa: Schumacher e Villeneuve pattinano e si fanno infilare da entrambe le Frecce d’Argento, gettando nello sconforto il popolo ferrarista accorso in massa sulle tribune. Ma Hakkinen e Coulthard non sembrano imprendibili, anzi; Schumacher e Irvine sono come due mastini alle calcagna dei due alfieri di Ron Dennis, che per sfuggire alle Rosse cambiano strategia. Al giro 11, allora, Hakkinen cede la leadership a Coulthard, che si invola in testa, mentre Hakkinen fa da tappo alle due Ferrari. Tutto sempra procedere normalmente, fino al giro 17, un numero che in Italia porta jella e che invece in Inghilterra dovrebbe portare fortuna… Ma per uno strano scherzo del destino, quel 17 ha lo stesso effetto del 13, ovverosia l’effetto inverso; infatti, in quella tornata a Coulthard esplode il motore della McLaren e si scatena un mezzo parapiglia, con Hakkinen che scivola sull’olio, Schumacher che lo punta alla Variante della Roggia e lo supera, scatenando il boato dei ferraristi. E scappa, si rende pressochè invisibile al finnico, che riesce a guadagnare la leadership solo nel momento del pit-stop, che gli regala solo l’illusione del comando. Ma i guai per Hakkinen non sono finiti, perchè quella McLaren che sembrava indistruttibile, perfetta in ogni situazione, in quella gara diventa inguidabile e al giro 45 accade l’irreparabile: senza freni, va in testacoda alla Variante della Roggia e fa esplodere ancora il pubblico monzese, visto che va piano, molto piano, forse troppo. Infatti inizia a rallentare vistosamente e perde secondi preziosissimi su Irvine, che lo attacca e lo supera a 49. giro, seguito da Ralf Schumacher.
Hakkinen, così, riuscirà a mantenere il quarto posto che gli consentirà di mantenere la testa della classsifica, ma a pari punti con Michael Schumacher, che viene portato in trionfo dai tifosi ferraristi così come Eddie Irvine. Anche Ralf Schumacher partecipa alla festa, perchè è proprio grazie al suo sorpasso che la lotta iridata ricomincia das capo: 80 punti a testa. Una lotta che non doveva nemmeno iniziare e che in qiuel momento stava rivelando tutta la sua passionalità.