15 Maggio 2015 – Bernie Ecclestone ha espresso tutto il suo disappunto se nel 2017 dovesse tornare la Michelin come fornitore di pneumatici in F1: ” Il ritorno di Michelin sarebbe un male per la F1. ”
Di Alberto Murador
In questo inizio di settimana il direttore della Michelin Pascal Couasnon ha confermato l’interesse da parte dell’azienda produttrice di pneumatici nel fare un’offerta per il prossimo contratto di fornitura in F1. Il contratto che lega Pirelli con la F1 scade a fine del 2016, anche se in più di un’occasione l’azienda milanese ha ribadito di voler restare nel circus in futuro.
Michelin è disposta a tornare in F1 purchè vengano rispettate alcune condizioni tecniche: costruire pneumatici con mescole molto più durature rispetto a quelle attuali di Pirelli, consentendo così ai piloti di poter spingere sempre al massimo nel corso di un gp, senza tener conto dell’usura della carcassa della gomma. Seconda cosa introdurre cerchioni da 18 pollici come attualmente utilizzano nel campionato di Formula E.
Ovviamente non è tardata ad arrivare in merito una risposta da parte di ” Mister E “:
” Il ritorno di Michelin in F1 sarebbe un male per la F1. Attualmente abbiamo Pirelli che sta facendo un’ottimo lavoro, ed esaudisce ogni nostra richiesta per aumentare lo spettacolo in F1. Michelin porterebbe un pneumatico di mescola durissima che renderebbe i gp noiosi, poi tra l’altro i francesi vorrebbero introdurre cerchioni da 18 pollici che a mio avviso sono bruttissimi. Le monoposto devono avere un look da auto da corsa con gli attuali cerchi da 13, inoltre uno degli ultimi problemi di questa F1 sono proprio gli pneumatici. “
Tuttavia anche Pirelli ha proposto i cerchi da 18 per il futuro, con la possibilità anche di aumentare il diametro delle gomme posteriori dagli attuali 375 mm sino ai 425 mm. L’effetto che si otterrebbe sarebbe una maggiore velocità percorrenza nelle curve da parte dei piloti.
E se la FIA decidesse di abbandonare il monopolio? Probabilmente aumenterebbe lo spettacolo in pista, anche se il rischio sarebbe quello di un mondiale caratterizzato dalle performances delle gomme piuttosto che dai veri valori di competitività delle monoposto. In passato è già accaduto nel 2005 quando Michelin umiliò Bridgestone, forte anche di alcuni regolamenti che favorivano in parte l’azienda francese nei confronti di quella giapponese.