29 luglio 2014 – Il GP più bello dell’anno, e forse dell’ultima decade, va in scena a Budapest, Ungheria. Una corsa in cui è talmente facile trovare tanti spunti positivi e cosi difficile trovarne di negativi.
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TOP
– Le variabili impazzite della corsa: siamo alle solite; basta qualche goccia di pioggia prima della gara e un paio di safety car al momento giusto ed ecco che la gara ti diventa una roulette russa, pronta a scombinare i piani di quelli che erano i leader della corsa nella prima parte iniziale e sorprendente nel portarti un Vergne addirittura a ridosso del battistrada (Alonso, in quel frangente). Fatto sta che queste variabili impazzite hanno fatto del GP d’Ungheria la gara più bella dell’anno.
– La furia Hamilton: ok che Hockenheim, circuito più “convenzionale” si presti magari meglio ai sorpassi e alle rimonte; ok che le variabili impazzite di Ungheria – leggi sopra – hanno potuto anche aiutare il pilota, fatto sta che l’anglo-caraibico delle Frecce d’Argento per la seconda volta consecutiva è stato protagonista di una risalita che ha dell’incredibile. L’Hamilton arrabbiato è una furia scatenata, specialmente quando ha il compagno Rosberg nel mirino. Poi l’episodio dell’ordine di scuderia ignorato – ordine, a parer nostro, del tutto insensato – che non l’ha destabilizzato per niente. E’ e rimane il principale candidato al titolo mondiale, sfortune del sabato permettendo.
– I dieci giri finali: sicuramente sono stati frutto di come si è evoluta la corsa ungherese nella sua totalità, o magari per la differente strategia in fatto di mescole di pneumatici ma è verità sacrosanta che i dieci giri finali del Gran Premio magiaro hanno fatto vedere tutto il reale potenziale – in termini di spettacolo – di questa F1 moderna, tanto da essere definiti da alcuni addetti ai lavori come “i più belli degli ultimi venti anni”.
– Ancora Jules Bianchi: segno positivo per il giro monstre della qualifica, quando è riuscito a girare addirittura più veloce della Ferrari di Raikkonen, complice l’errore di valutazione – chiamiamolo cosi – del box di Maranello. Qualche rondine non fa primavera ma questa si sta rivelando una stagione super-positiva per Bianchi e la Marussia, che stanno cercando di venire fuori a tutti i costi dal pantano di fondo classifica.
– Il Fattore C di Seb: il tedesco, domenica, è stato protagonista di un paio di episodi clamorosi, tra cui un testacoda uscita dall’ultima curva – punto in cui altri piloti nell’arco del weekend, con l’identica dinamica, hanno stampato le proprie vetture a muro – e una ‘pizzicata’ subita alle gomme posteriori che avrebbero potuto compromettere totalmente la sua gara. Avrebbero potuto, si, ma non l’hanno fatto. Si potrebbero citare tanti episodi che riconducono al Fattore C del tedesco di questi anni ma c’è poco da commentare: bisogna solo accettare che è una componente fondamentale nel successo della vita di ogni individuo, ancor di più dei piloti di F1.
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FLOP
– Gli ordini Mercedes: forse l’unica nota “stonata” della corsa, arrivati in una fase in cui dal box Mercedes prevedevano Hamilton (in procinto di una crisi di gomme) divenire un potenziale ostacolo per il ritmo di Rosberg. Il tedesco si sarebbe dovuto fermare ancora – in quel momento aveva le option – mentre l’anglo-caraibico, no. Il tutto è avvenuto quando un duello reale, a distanza ravvicinata, manco vi è stato. Insomma, una piccola caduta di stile da parte di un team che aveva sempre dichiarato di lasciar liberi di lottare i due piloti. E intanto la guerra interna si fa sempre più aspra.
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