7 luglio 2014 – Eccoci arrivati al giro di boa del mondiale 2014. Dieci gare ci separano dalla fine ufficiale dei giochi. Il dominio è ancora un affare privato per il duo Mercedes. Ma vediamo chi esce col sorriso e chi con un volto triste (o dolorante) dall’ultima corsa in Gran Bretagna.
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TOP
Il duello Alonso-Vettel: Come non dare il primo segno più a questa felice parentesi della corsa? Sembrava roba d’altri tempi. Ok, non ci saranno stati contatti o ruotate ma l’intensità con il quale i due hanno combattuto per tanti giri è stata davvero esaltante. Peccato che lottavano solamente per un quinto posto. Forse poco elegante è stato il mandarsi frecciatine reciproche via team-radio durante il duello stesso. Magari avrebbero potuto soltanto tenere giù il piede e basta, ma non importa. A fine gara si sono reciprocamente scambiati complimenti e questa battaglia è stata la cosa più affascinante della corsa inglese.
Il morale di Hamilton: Non tanto per la vittoria, non tanto per il secondo successo in casa quanto per il morale. L’anglo-caraibico si ritrova ad appena 4 punti dal leader del mondiale, Rosberg, che tra Canada ed Austria aveva capitalizzato le sfortune – cosi come le scelte sbagliate – del n.44 della Mercedes. Hamilton sta guidando bene quest’anno anche se, forse, con qualche imprecisione o qualche scelta sbagliata dovuta ad una crecente ‘ansia da prestazione’. Il suo talento cristallino lo pone in una posizione talmente privilegiata rispetto al compagno di squadra che il mondiale può perderlo solo lui (problemi alla W05 permettendo). Questa vittoria ed il quasi-aggancio alla vetta del mondiale a 10 gare dal termine, rappresentano un boost di energia psico-fisica non indifferente.
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FLOP
Ricciardo: Non è proprio un segno meno ma in una gara come quella inglese, segnata dal ritiro del leader del mondiale, ci saremmo aspettati tutti di vedere il 25enne australiano sulla piazza d’onore, dietro Re Lewis. Invece no. Dietro al vincitore Hamilton vi è finito Bottas. E la cosa è un po’ strana dato che è difficile credere che Daniel non abbia avuto un mezzo superiore alla Williams per contrastare la stupenda gara del giovane finlandese. Più che altro, forse, le condizioni non gli hanno permesso di capitalizzare al massimo l’occasione del ritiro di Rosberg. E questo non è da lui.
L’anonimato della Sauber: Ragazzi, qui siamo a metà stagione e il team svizzero non ha neanche un punto iridato in archivio. Ok che la situazione economica è quella che è, ok che i piloti – specialmente Gutierrez, autore ieri di un altro ‘battibecco’ con Maldonado – ci mettono spesso lo zampino, ma qui la C33 sta risultando veramente una macchina disastrosa ed il team è incapace di migliorarla strada facendo. Questo appuntamento era l’occasione buona per raschiare qualche punto, con la qualifica bagnata al sabato e una gara tormentata nelle fasi iniziali che potevano far risalire le due vetture in classifica, ma niente da fare. Si rischia seriamente la peggior stagione della storia del team elvetico. I test di Silverstone di queste ore, forse, sono l’ultima possibiltà di risalire un po’ la china.
La (de)motivazione di Kimi: Brutto incidente, per fortuna senza particolari conseguenze se non un piccolo dolore ad una caviglia. E’ lecito, però, domandarsi se Kimi Raikkonen stia affrontando col piglio giusto una stagione che non lo porterà, probabilmente, agli onori delle cronache. E lui ne è consapevole. E’ questo il problema? E’ tutto nella mente e negli stimoli?