Parigi, 20 giugno 2013 – Si conclude intorno alle 16:40 il processo che vedeva implicate Mercedes e Pirelli per il test effettuato a Barcellona nei giorni successivi al Gran premio di Spagna.
Si comincia subito con i primi colpi di scena, quando a Place de la Concorde 8 (sede della Fia), si presento oltre alle parti chiamate in causa, Chris Horner della Red Bull e rappresentanti di Ferrari Williams e Force India.
A iniziare a esporsi è la Fia che dalla bocca del suo avvocato Mike Howard difende l’operato di Charlie Whiting accusato dalla Mercedes di aver autorizzato il test stesso dichiarando “Se Whiting abbia concesso o meno il permesso è irrilevante, perchè parliamo di una violazione all’articolo 22, a meno che una deroga alla regola non sia garantita dal Consiglio Mondiale della FIA” ha spiegato Howard.
Poco dopo è il turno della Mercedes a parlare che tenta subito di spostare i riflettori sulla vicenda e concentrandosi su un test effettuato dalla Ferrari dopo il Gp del Bahrain con una vettura del 2011 ma con modifiche simili a una F138 del 2013 e che inoltre alla guida si trovasse Felipe Massa e non il collaudatore Pedro de la Rosa, giustificando la questione dei caschi con: “credavamo fosse una questione di privacy”.
Gli avvocati della Pirelli invece, partono con il piede di chi si sente come accusato principale della faccenda dichiarando che non si sentono in giurisdizione Fia e che, necessario ricorreranno al tribunale civile.
Il colpo finale lo concede la Mercedes che, con tono quasi provocatorio, dichiara di essere disposta ad “auto-punirsi” non presentandosi allo junior test in programma a Silverstone tra qualche settimana.
La sentenza finale come preannunciato da F1Sport.it è stata spostata a domani, ora il consiglio ha qualche ora per riposare dopo una giornata fatta di polemiche aspre fra le parti in causa e poter sciogliere questo ennesimo e ingarbugliatissimo “gate” della Formula 1.