F1 | Aggiornamenti Ferrari: Imola, com’è andata davvero?

La Ferrari conquista a Imola un podio ad un distacco tutto sommato accettabile dal vincitore. Ma resta un pizzico di delusione in quanto gli aggiornamenti portati sulla SF-24 promettevano (a sentire qualcuno) ben altro...

Andato in archivio il GP del Made in Italy e dell’Emilia Romagna in quel di Imola, a poche ore dalla bandiera a scacchi e con la temperatura “ambientale” che man mano inizia a scendere, proviamo a capire se questi tanto decantati aggiornamenti Ferrari sono andati bene oppure no.

Nel Gran Premio di Imola, disputatosi ieri, la Scuderia Ferrari ha introdotto una serie di aggiornamenti sulla sua monoposto, suscitando – nei giorni della vigilia – un fervido ottimismo tra i tifosi e gli addetti ai lavori. Ottimismo che era stato “opportunamente pompato” dalla stampa italiana (e solo da quella) in quanto si iniziavano a dare una serie di numeri e parametri – tutti speculativi! – su quanto la Ferrari avesse potuto migliorare in termini di tempo sul giro grazie agli update. Il tutto – notare bene – grazie ad un test di circa 200 km (il cosiddetto filming day) in cui oltre alla durata limitata del test si doveva provare come Pirelli Demo, quindi con mescola certamente non da prestazione ne da durata.

Al di la delle aspettative, dunque, gonfiate ad arte – ormai prassi tutta nostrana – tuttavia le attese si sono presto scontrate con la realtà: il risultato finale del GP di Imola non è stato quello sperato, lasciando nell’aria una vaga sensazione di delusione. Charles Leclerc ha concluso in P3 a circa otto secondi dal leader (o dai leader, vista la vicinanza tra i primi due), Sainz in P5 a poco più di 20 secondi. Sia chiara una cosa: sono distacchi tutto sommato accettabili, e su una pista come Imola possono dare una parziale indicazione di bontà. Certamente l’aspetto positivo più grande, affiancato a quello del distacco tutto sommato contenuto, è la ritrovata correlazione tra i dati di factory e ciò che in pista si è ottenuto. Tuttavia la delusione resta, e cerchiamo di capire perchè.

Il risultato in gara della scuderia di Maranello non è stato l’unico aspetto a deludere. Ancora più sorprendente è stato vedere come gli aggiornamenti portati da McLaren in prima istanza in quel di Miami e completati nel weekend conclusosi ieri, abbiano notevolmente avvicinato il team britannico alla dominante Red Bull, superando in termini di progresso tecnico quelli introdotti da Ferrari. E’ un dato oggettivo: nei primi cinque eventi la McLaren era dietro o alla pari di Ferrari, negli ultimi due è finita avanti senza troppi sforzi. Questa dinamica ha acceso ulteriori riflessioni sulle scelte strategiche e sullo sviluppo tecnico della Ferrari, che sembra aver perso un’importante occasione per ridurre il divario con i rivali più agguerriti.

In questo scenario, emerge un dibattito sull’efficacia e sulla reale portata degli aggiornamenti introdotti. Imola, con le sue caratteristiche tecniche specifiche, e lo stesso discorso si può applicare certamente al prossimo GP di Monaco, noto per le sue peculiarità che lo rendono unico nel calendario della F1, sono forse i meno indicati per giudicare il reale impatto delle novità tecniche. E’ un dato di fatto. Ma sono le parole di Sainz rilasciate sabato appena dopo le qualifiche che sollevano un grande punto interrogativo non tanto sulla bontà e l’efficacia di quanto portato dalla Ferrari bensì su quanto dichiarato in pompa magna dalla stampa italiana nei giorni precedenti al weekend di Imola. Ebbene Sainz non solo ha minimizzato l’entusiasmo intorno agli aggiornamenti, suggerendo una visione più pragmatica e meno incline alle aspettative gonfiate ma ha anche ribadito quanto segue:

“I nostri upgrade sono stati minori di quanto la gente creda. Ho provato a dirlo ai media, più volte, tutta la settimana… Ovviamente non posso darvi i numeri precisi ma se lo facessi restereste sorpresi!”.

Non c’è che dire. Non ci sono molti dubbi su chi abbia puntato il dito il pilota spagnolo della Ferrari. 

Questo low-profile è stato condiviso anche da Matteo Bobbi, commentatore di Sky, il quale a fine gara ha ribadito che gli aggiornamenti su cui davvero puntare saranno quelli futuri, lasciando intendere che la strada verso il recupero di competitività sarà ancora lunga e tortuosa. E che certamente i primi riscontri reali di come la macchina sta effettivamente progredendo li potremmo avere soltanto in Canada (cosa ribadita da Charles Leclerc, tra l’altro). 

Dunque bene ma non benissimo. Ferrari prende e festeggia un podio a Imola e questo è certamente positivo. Cosi come positivo è il passo gara che in certi momenti la Ferrari ha mostrato e il distacco finale assolutamente incoraggiante. Ma in questo contesto non può non emergere una critica verso quella parte di stampa che, forse troppo frettolosamente, ha alimentato aspettative e dicerie su un presunto salto di qualità della Ferrari, senza attendere la verifica dei fatti su pista. È fondamentale, in questo sport così complesso e tecnologico, mantenere un approccio cauto e analitico, evitando di cadere nel tranello delle conclusioni affrettate.