F1 | Bahrain: opportunismo e inconsistenza di un GP al sabato

La F1 ha anticipato il weekend de Bahrain e dell'Arabia Saudita di 24 ore per lasciar spazio alle festività della religione islamica in quello che sembra più un virtuosismo che un atto reale di coerenza e rispetto.

Carlos Sainz (Ferrari), #F1Testing (Bahrain, 2024) Credits: Scuderia Ferrari (X)

In un anomalo sabato pomeriggio abbiamo visto svolgersi la prima tappa del mondiale di Formula Uno 2024 che, per rispettare l’inizio del mese del Ramadan, ha optato per l’anticipazione di 24 ore del GP.

Ad una prima analisi, tale modifica del format del weekend di gara sembra essere un logico e corretto esercizio di rispetto delle tradizioni e della cultura altrui. Tale mese sacro, calcolato su base lunare, cade ogni anno circa dieci giorni prima rispetto all’anno precedente e, nel 2024, inizierà tra il 10 e l’11 marzo; ovvero a otto giorni di distanza dalla gara anticipata di questo weekend. 

L’anticipazione del GP del Bahrain potrebbe essere giustificata da un periodo di preparazione al Ramadan osservato da alcuni fedeli prima dell’inizio dello speciale mese di osservanza, inizio che, coincidendo con il GP dell’Arabia Saudita, causerà l’anticipazione anche di quest’ultimo. 

Tuttavia, risulta opportuno interrogarsi sull’adeguatezza o meno di tale spostamento di calendario che, sotto alcune luci, potrebbe risultare una modifica non così tanto virtuosa. La critica principalmente mossa a tal riguardo vuole evidenziare l’estraneità della Formula Uno al mondo religioso, quindi non solo al mondo islamico. 

Il circus è sempre stato, nella sua storia, un evento laico che, in passato e a ragione, non si è mai posto problemi ad organizzare gare ed eventi nel corso di altre festività religiose quali il giorno di Pasqua e dell’Assunzione (Ferragosto). Il distaccamento del piano laico da quello di fede non è da interpretarsi come un gesto di disrispetto presso i credo e le tradizioni di altri popoli che spesso e a torto percepiamo lontani dalla storia di questo sport, ma come un atto di conquista e progresso che vede gli eventi religiosi non prendere ruolo e influenza negli atti di vita mondana. 

La bellezza di tale è approccio risiede nella volontà di non elevare le particolarità di individui o di popoli su un piano che influenza tutti in un campo globale e vario quale quello di uno sport internazionale come la F1, quand’anche questi siano individui o popoli occidentali e cristiani o orientali e musulmani. 

In conclusione, un evento laico dovrebbe procedere secondo le proprie scadenze e saranno poi gli individui particolari a valutare se prendere parte all’evento o, autonomamente, preferire di dar seguito liberamente ad un evento religioso al quale possono sentirsi più legati.