L’inizio dei test prestagionali di Formula uno ha riportato l’attenzione di molti appassionati sulle monoposto più veloci al mondo. Tuttavia, negli anni si è diffusa la consapevolezza che da queste prime tornate su pista sia quasi sempre impossibile determinare un chiaro rapporto di forze e gerarchie tra le varie scuderie partecipanti al mondiale.
Ciononostante, questo non significa che un occhio più attento, quale quello dell’ingegner Mazzola, intervenuto ai microfoni di Pit Talk, non sia in grado di estrapolare qualche informazione in più.
Distogliendo, quindi, lo sguardo dalle mere cifre riportate dei cronometri a bordo pista, Mazzola fa notare un’attitudine differente nella messa su pista delle rispettive monoposto di Red Bull e Ferrari.
La Scuderia di Maranello si è infatti distinta per un piano di azione più spudorato e sincero dove, a farla da padrona, è stata la volontà di testare, effettivamente, il più possibile la macchina, al fine di conoscere il più a fondo possibile il progetto di quest’anno.
L’ospite di Pit Talk continua la sua analisi affermando che “gli altri si sono fatti vedere meno”, in riferimento principalmente al box Red Bull dove pare sia prevalsa una componente strategica volta a voler mantenere maggiormente celata la vera natura della monoposto di Milton Keynes; tale differenza di approccio, suggerirebbe l’ingegnere, può essere messa in relazione con il differente grado di solidità dei rispettivi reparti tecnici dei due team.
Da un lato avremmo quindi Ferrari che, rea di una certa inconsistenza tecnica, non potrebbe permettersi distrazioni in giochetti volti a calibrare l’immagine di sé che proietta ai suoi avversari. Dal lato della scuderia austriaca, invece, troviamo una situazione diametralmente opposta, accentuata dalla marcia trionfale percorsa nel 2023 che porterebbe le decisioni del team ad orientarsi maggiormente in una strada che prevede un gioco a carte più coperte, seppur al costo di un bagaglio di informazioni sulla monoposto non espresso nel suo massimo potenziale.
Alla luce di ciò sarebbe, però, sbagliato credere di poter trarre una completa visione del rapporto di forze tra gli italiani e i bibitari. L’analisi dell’ingegner Mazzola è da intendersi più che altro come l’evidenziazione dei rispettivi punti di forza e debolezza nella struttura delle due squadre e non nell’essenza delle due vetture 2024. Anzi, lo stesso ingegnere è chiaro nell’esprimersi a favore del programma di test condotto da Ferrari che rispecchia un’autocoscienza viva delle proprie capacità.