Paolo Ciccarone è intervento ai microfoni di pit talk, nella puntata numero 314. Intervistato dal nostro Antonio Granato, gli è stata posta una domanda proveniente da un nostro utente: ” Dato che molti tecnici inglese hanno una marcia in più dal punto di vista del telaio e aerodinamico, ma non vogliono venire in Italia, non conviene aprire un centro tecnico nel Regno Unito?”.
A questa domanda, Granato, ha ricordato i tempi di passati in cui John Barnard, progettista britannico voleva creare un polo tecnologico della Ferrari, spostato in Inghilterra, per poter sviluppare la macchina li. Non è mancata la riposta dell’ospite, voce storia dei motori di Radio Montecarlo.
”Avendo vissuto da vicino la situazione, ti posso dire che l’era un esigenza completamente diversa. Ti faccio un esempio banale. In Inghilterra, in quel periodo c’erano una serie di industrie che lavoravano intorno al mondo della F1. Esse venivano chiamate ”Cottage Industries”, perchè erano tutte di piccoli artigiani. Compravano metri di carbonio e facevano i pezzi per le vetture. Al contrario, per avere il carbonio in Italia, bisognava fare un ordine, aspettare che qualcuno te lo consegnasse. Dopo ciò, bisognava trovare chi avesse l’autoclave per riuscire a lavorarlo e via cosi. C’era una ragione precisa per essere in Inghilterra”.
”Oggi no. Il carbonio lo troviamo in Italia e anzi, ci sono delle società che lo producono qui. Ad esempio la Sauber engineering che produceva e disegnava pezzi in carbonio per la Alfa GTAM, in Svizzera, in realtà, ha fece fare tutto ciò a Teramo. Tutto questo, trent’anni fa non era possibile. Oggi aprire un centro in Inghilterra, con un tecnico che può fare le stesse cose da Maranello, non ha senso.”
”Il vantaggio inglese qual’è? Essendo tutte vicine, quando tu (ingegnere) esci da Maranello, vai al bar del Ferrari Club, e al massimo incontri l’amico dello stabilimento affianco. In Inghilterra, quando vai al bar, ti trovi quello della McLaren, della Red Bull, Aston Martin e li avviene lo scambio di idee e di parole. Altra differenza sostanziale, nell’essere Ferrari sta nella notorietà e nelle aspettative che la gente pone su chi lavora sulla squadra di Maranello. In Inghilterra tutto ciò non avviene.”