In F1 il budget cap limita la quantità di denaro che ogni squadra può spendere per aspetti legati alle prestazioni della monoposto e alla produzione delle componenti nel corso della stagione. Alle squadre è impedito di spendere più di un importo fisso. Il suo scopo è quello di mantenere un livello equilibrato tra le performance dei vari team.
Se una squadra supera il limite di costo, sarà punita, ma le sanzioni non sono chiare. Dipende dalla violazione e di quanto hanno superato il budget cap e quali elementi li hanno spinti oltre il limite, come i danni da incidente oppure gli aggiornamenti relativi alle prestazioni.
Ma andiamo più nello specifico per comprendere come questa regola, in vigore dal 2021, funziona e impatta sulla massima categoria motoristica. La F1 tenta di ridurre la quantità di denaro che le squadre spendono attraverso le regole, come ad esempio avere solo tre motori a stagione. Questo per cercare di favorire i team più piccoli e avvicinarsi ai top.
I team di F1 non hanno una fonte primaria di reddito legata alle loro corse, a parte il montepremi di fine stagione. La maggior parte dei loro fondi sono generati attraverso la sponsorizzazione. Se una squadra non è in grado di assicurarsi la sponsorizzazione, non sarà in grado di correre e dovrà vendere la squadra. Limitare la quantità di denaro che i team possono spendere crea un ambiente più sostenibile, perché impedisce ai top team di spenderli senza avere limiti.
Ma cosa comprende il budget cap?
Include tutti gli aspetti prestazionali che il team deve pagare nel corso della stagione, la ricerca e lo sviluppo e le operazioni di gara. Non include gli stipendi dei piloti e del personale.
La progettazione e lo sviluppo dell’auto è l’area principale inclusa nel tetto dei costi. È qui che le squadre con budget più grandi scapperebbero dal resto del gruppo.
La seconda area che include il limite di budget è la produzione di componenti. I team non solo progettano le loro auto, ma le costruiscono anche. Le parti costruite da ogni squadra conteranno ai fini del limite di budget. Non possono portare un numero illimitato di pezzi di ricambio per ogni gara. I motori non sono inclusi nel budget cap, ma dal 2023 al 2025 sarà fissato un tetto massimo di 95 milioni di dollari per lo sviluppo di quest’ultimi. Dal 2026 130 milioni.
Attualmente i motori sono congelati, quindi i team hanno costi ridotti relativi allo sviluppo del motore e pagano la loro costruzione e manutenzione. Le scuderie che non hanno il supporto autonomo di un produttore, sono noti come team clienti. Questi fanno affidamento sull’acquisto di motori da un fornitore “madre” (come Haas che acquista motori dalla Ferrari, ad esempio), e la loro spesa per i motori non è attualmente inclusa nel limite di budget.
Infine, il limite di budget include anche le operazioni di test e gara. Ciò significa che i team devono tenere conto dei soldi che spendono per viaggiare per ogni gara, del carburante e delle gomme che usano, nonché della quantità di denaro che spendono per partecipare al GP o ai test.
Alcune squadre non sono soddisfatte di questa regola. La Ferrari è stata la più esplicita riguardo al budget cap nelle ultime stagioni. Il problema principale era che stavano subendo molti danni da incidente non causati dai loro piloti. In questa stagione la Ferrari ha sempre contestato la Red Bull, in quanto convinti che non abbiano rispettato il budget cap.
Ciò significa che i costi di riparazione dei danni di un incidente tra due monoposto non vengono assegnati a chi ha apparentemente la colpa. Sebbene possa essere frustrante, non c’è modo di aggirarlo poiché a volte può essere difficile dare la colpa esclusivamente a un’auto o all’altra per un incidente.
Un po’ di numeri: In questa stagione il budget cap fissato solo per le vetture è di 140 milioni, dal prossimo fino al 2025 sarà di 135 milioni. Dal prossimo anno lo avremo anche sui motori. C’è modo di aggirare questa regola? Ovviamente sì. Si tratta di “abuso creativo delle definizioni legali”, delle categorie di costo per esternalizzare il lavoro ad altre divisioni dell’azienda in un modo tecnicamente consentito dai regolamenti, nonostante annulli la regola suddetta.