In F1 sarà introdotto il budget cap sui motori a partire dalla prossima stagione. Dal 2023 i costruttori di propulsori potranno spendere al massimo la cifra di 95 milioni di dollari a stagione sino al 2025. Dal 2026 la cifra salirà a 130 milioni. Ennesima scelta (scellerata) presa dal WMSC con la (non) scusa di abbattere i costi…
In F1 non bastava l’introduzione del budget cap per quel che riguarda la progettazione e lo sviluppo delle monoposto, anzi. Si è fatto andando oltre: nella giornata di ieri con l’approvazione del nuovo regolamento per quel che riguarda le nuove power-unit, è stato deciso di introdurre il budget cap anche per quel che riguarda i motori.
A partire dalla prossima stagione e sino al 2025, i costruttori di motori presenti in F1 potranno spendere per la progettazione e lo sviluppo (quale sviluppo?) al massimo 95 milioni di dollari a stagione. Ma con la scusa del congelamento motori sino al 2025, difficilmente un costruttore riuscirà ad andare oltre la soglia dei 95 milioni di dollari a stagione. Poi dal 2026 con l’introduzione delle nuove power-unit il tetto spese per stagione salirà a 130 milioni di dollari.
Il Consiglio Mondiale della FIA ha spinto per l’approvazione di tale tetto spesa per frenare i costi di progettazione dei motori di F1, limitandone lo sviluppo. Ma non solo. Anche per consentire l’ingresso di nuovi competitor (Porsche, Audi) nella massima serie a ruote scoperte. L’obiettivo da parte della Federazione è quella di aver un maggior numero possibile di costruttori competitivi in F1.
E chi non dovesse rispettare il budget cap dei motori? Per chi dovesse sforare restando sotto la soglia del 5% del tetto spesa avrà delle sanzioni (non particolarmente rilevanti) finanziarie e/o sportive. Mentre per i costruttori di motori che andranno oltre la soglia del 5% andrà a perdere dei punti nelle classifiche piloti e costruttori. Oltre che alle sanzioni di tipo economico.
In poche parole dal 2026 un team di F1 per correre dovrà spendere al massimo 265 milioni di dollari a stagione tra monoposto e power-unit. Un vero e proprio insulto alla massima espressione del motorsport mondiale a quattro ruote. Con la scusa del “green” e dei costi la F1 rischia davvero di diventare poco più di un monomarca, in stile Indycar. E quel che fa strano è il fatto che costruttori come Ferrari e Mercedes abbiano accettato un regolamento a dir poco strampalato… Quando la F1 sarebbe sinonimo di libertà di sviluppo e ricerca, e non di tetto alle spese.. Per quello esiste già la F2 o la F3…
Alberto Murador