Max Verstappen ha dichiarato che Piquet non è razzista. Ma le parole utilizzate per Hamilton sono state molto offensive.
di Federico Caruso | @fclittlebastard
Max Verstappen, alfiere Red Bull ha detto la sua riguardo alle parole di Nelson Piquet. L’ex campione brasiliano ha avuto una battuta davvero infelice nei riguardi di Hamilton in settimana. Tanto che tutti hanno gridato per la frase razzista. Tutto il mondo sportivo e quella della F1 in particolare è rimasto scosso dalle sue parole. Anche Max Verstappen, che è noto per non essere uno che è troppo politically correct ha detto la sua sulla vicenda. L’olandese forse, più di altri può dire la sua sul fatto conoscendo direttamente Nelson Piquet. Il campione del mondo in carica di F1 infatti è il compagno della figlia di Piquet, Kelly Piquet. Nel mentre il brasiliano si è scusato a mezzo stampa delle sue frasi dichiarando di essere stato frainteso. La parola da lui utilizzata ha detto che non era da intendere come un insulto razzista. Verstappen ha voluto comunque mettere un punto sulle dichiarazioni del “suocero”. Ha condannato le parole pronunciate, ma ha anche assicurato, che conoscendolo non è una persona razzista.
“Tutti sono contro il razzismo. Penso che sia molto diretto, non c’è nient’altro che puoi fare. Penso che la formulazione usata, anche se ovviamente con diversi tipi di culture e cose che probabilmente dicevano quando erano piccoli e più giovani, non fosse corretta. Che sia una lezione per il futuro non usare quella parola perché è molto offensivo e soprattutto al giorno d’oggi guadagna ancora più forza. Ho passato un po’ di tempo con Nelson, penso più di chiunque in generale, e sicuramente non è un razzista. In realtà è una persona davvero simpatica e rilassata. Sono abbastanza sicuro anche, nella dichiarazione che ha rilasciato, penso che si possa vedere la parola in due modi. Ma penso che sia ancora meglio non usarla. Ma non si tratta solo di quella parola, non si tratta della ‘n-parola’ in generale, basta usare un linguaggio offensivo per chiunque, qualsiasi colore, penso non sia corretto ed è su questo che dobbiamo lavorare in generale in tutto il mondo non solo in F1 con Lewis in particolare, ma a chiunque nel mondo.”
Verstappen non condanna solo quella parola, ma giustamente si dichiara contro tutte quelle parole offensive per qualsiasi tipo di situazione personale. Ha poi aggiunto che non ha chiamato Piquet per quanto accaduto. È sicuro che anche lui sa benissimo di aver sbagliato. Ma è contro i giustizialismi. E ha dichiarato che non è giusto bandirlo dal paddock. Ma sarebbe più produttivo comunicare con lui.
“Non credo che abbia bisogno che gli dica cosa è giusto e cosa non lo è. Ha già detto nella sua dichiarazione che penso si sia reso conto di aver usato la parola sbagliata. Allora chi sono io per chiamarlo? Comunque non credo che cambierà nulla. Penso che si sia reso conto che probabilmente non era la parola corretta da usare. Beh, chiaramente non è la parola corretta da usare! Può essere interpretato in due modi e, naturalmente, le persone prendono il lato negativo e poi diventa davvero sproporzionato. Poiché conosco Nelson personalmente, la gente ora lo etichetta come un razzista, cosa che non penso lo sia. Ma sono pienamente d’accordo, ovviamente, che non puoi usare queste parole. Penso che sia meglio aprire una conversazione invece di vietare perché quando escludi le persone, in realtà non stai nemmeno aiutando la situazione. Non stai parlando. Devi comunicare. La comunicazione è davvero importante perché vietare semplicemente non aiuta ciò che stai cercando di far rispettare, giusto? Stai cercando di educare le persone. Quindi è meglio fare due chiacchiere. Queste cose possono essere risolte molto facilmente. Quando litighi con qualcuno e insulti qualcuno e fai una bella chiacchierata e ti scusi, in questo genere di cose è esattamente lo stesso. Ovviamente non è carino per la persona che hai offeso, ma le cose possono essere facilmente dimenticate finché impari dagli errori che hai fatto o dalle parole che usi. Non credo che dovrebbe essere bandito dal paddock. E soprattutto, non credo, per un tre volte campione del mondo.”
Verstappen condanna le parole, ma non l’uomo. Probabilmente nella vita capita di fare errori, o di usare frasi infelici. Chissà forse più che parlarne attraverso i media. Una chiamata tra le parti in causa potrebbe risolvere la situazione una volta per tutte.