lunedì, Marzo 20, 2023

F1 | Scalabroni: “Fondo e molle per ridurre il porpoising!”

Il fenomeno del porposing è stato forse quello più dibattuto durante e dopo la prima tre-giorni di test a Barcellona. Forse ancora di più dell’estetica e delle soluzioni delle nuove auto. 

 

 

di Francesco Svelto |

 

 
Ascolta “Pit Talk – F1 – E’ tornato il motorone Ferrari?” su Spreaker.
 

 

Diciamoci la verità. La rivoluzione regolamentare è stata studiata a lungo, vagliata ed analizzata nei minimi dettagli dalle commissioni tecniche di FIA e Liberty Media al fine di spostare di nuovo l’ago della bilancia (o quantomeno provare a bilanciarlo) sull’importanza dell’aerodinamica a dispetto di quella del motore.

Era dal 2014 che i principi di progettazione e costruzione di una F1 potevano in un certo qual modo differire rispetto al recente passato, andandosi a concentrare soprattutto sulla potenza della power-unit e sulla ricerca sul famigerato fronte dell’ibrido. 

Da quest’anno non sarà più cosi. Il ritorno del ground-effect grazie alla fisica dei tubi Venturi annunciati ormai tre anni fa hanno lo scopo di rendere una F1 più guidabile e meno “affogata” in fase di lotta ravvicinata. E dai primi feedback dei piloti lo scopo pare essere sufficientemente raggiunto.

C’è però un aspetto che forse nessuno ha considerato, sia tra i legislatori che tra i progettisti. Ed è quello legato al saltellamento delle monoposto quando raggiungono determinate velocità in rettilineo, quel rimbalzo strano quasi a permettere alle auto di danzare con dei “bump” aerodinamici. Il cosiddetto porpoising. 

Questo è un fenomeno che i progettisti di fine anni 70 e inizio anni 80 già conoscevano bene. Il ground-effect, se gestito con sufficienza e senza le adeguate contromisure progettuali e/o d’assetto, può portare ad essere estremamente fastidioso (guardare il dettaglio del video di seguito): 

 

L’ing. Enrique Scalabroni, a Pit Talk, ci ha rivelato come circa 40 anni fa, la Lotus 80 del 1979 soffriva particolarmente di questo effetto. Scoprirono tale caratteristica dai primi test e per loro la stagione finì praticamente ancora prima di cominciare. Per cui provare ad eliminare o quantomeno ridurre il disturbo diventa di fondamentale importanza per tutti i team.

Scalabroni però ha indicato anche una possibile soluzione per tamponare (di certo non eliminare) un fenomeno cosi intrinseco e congenito di questa tipologia d’auto:

“Ad alte velocità, superiori ai 170 kmh, la quantità d’aria che deve passare per la sezione minima non è sufficiente e si crea un bloccaggio pneumatico. Questo crea una riduzione del passaggio d’aria e si perde l’effetto suolo sul diffusore. Il punto è che hanno previsto una bocca d’entrata (dei flussi sull’anteriore, n.d.r.) molto larga ed oggi il problema è molto più forte di quelle di allora viste le velocità a cui arrivano.

Come potrebbero risolverlo? Si dovrebbe cambiare la bocca d’entrata per evitare che rappresenti il 20% della sezione minima dei flussi in ingresso (concetto regolamentare tecnico, n.d.r.). In alternativa o anche in aggiunta si dovrebbe rendere completamente piano il fondo della vettura. Si dovrebbe lavorare però anche con molle e ammortizzatori rigidi. E cosi facendo si guadagna anche carico perché è quando si verifica il porpoising che non si ha il massimo del carico possibile!”.

 

Francesco Svelto

Francesco Svelto
Francesco Svelto
Non un tifoso della F1... ma un appassionato di tutto ciò che è pure-racing a 4 ruote! Nota bene, ho scritto "pure-racing".

Ultimi articoli

3,723FollowersFollow
1,140SubscribersSubscribe