F1 | Il nuovo format porta nuovi arrivi

Il cambio epocale del regolamento in F1,  sarà efficacie per far tornare interesse intorno a questo sport? Intanto il nuovo format porta nuovi arrivi.

di Federico Caruso | @fclittlebastard

Quando si cerca di cambiare, in ogni occasione della vita, lo si fa con la convinzione o speranza che porti a qualcosa di buono, non solo di nuovo. Di sicuro anche la F1 ci ha pensato, quando qualche anno fa ha deciso di cambiare il regolamento. L’esigenza è chiara che è nata da un calo di pubblico e di interesse verso la massima serie dello sport motoristico. Soprattutto come non accadeva da molto tempo, i team nel circus sono sempre gli stessi. Un format che non ha aiutato l’entrata di nuovi competitors. Vuoi per motori super costosi (si stima un costo di 8 milioni di dollari per ogni motore), vuoi per delle auto dallo sviluppo tecnologico quasi aerospaziale, di fatto, chiunque abbia provato l’ entrata in F1 in questi anni, ha poi abbandonato il progetto.

Tutto il cambiamento al quale stiamo assistendo, sembra che stia muovendo le acque per l’entrata di nuovi team e nuovi motoristi. Ma sarà davvero abbastanza per far tornare l’interesse per la F1?

C’è grande euforia intorno alle nuove auto di F1. Da tanto tempo non si sentiva un’emozione così nell’ambiente. Abbiamo visto come anche i piloti erano visibilmente entusiasti alla presentazione delle nuove monoposto. Ma soprattutto sembra qualcosa che piace agli appassionati. Su internet basta cercare un po’ sui social per vedere come ad oggi, la rivoluzione sia ben vista. E questo senza che le auto di F1 siano ancora scese in pista!

Ma i veri cambiamenti, come si dice in questi casi, sono avvenuti sotto il cofano.

Principalmente, il congelamento dei motori per tre anni, la condivisione di parti dell’auto, e un’aerodinamica meno elaborata sulla superficie delle monoposto, hanno fatto venire l’acquolina in bocca a molti per provare ad entrare in F1.

Certo non è un ambiente per tutti. E non è per tutte le tasche. Per entrare ci vogliono sempre 200 milioni di dollari. Non certo due soldi.

Ma il cambio regolamentare ha dato nuova speranza, anche a chi fino a ieri, si era quasi concesso il lusso di poter partecipare alla competizione. Motoristi compresi.

La Porsche sono anni che ha voglia di tornare. Già l’anno scorso quando la Honda annunciò il suo ritiro dalla F1, voci insistenti davano la casa di Stoccarda come sostituta dei giapponesi. Il ripensamento dei Giapponesi (grazie anche al cambio di regolamento), ha però solo rimandato un rientro dei tedeschi. Già dal 2026, la Porsche in F1 potrebbe essere realtà. Il gruppo Volkswagen, sembrerebbe addirittura averci preso gusto. Oltre a Porsche, anche Audi è pronta ad affacciarsi in F1. La volontà del gruppo tedesco è di fornire motori ai team di F1, ma anche partecipare con team ufficiali.

Con lo scadere del contratto tra Red Bull e Honda nel 2025, le voci di un accordo tra Porsche e Red Bull sembrano più che semplici ipotesi.

Anche Audi è stata accostata ad un team di F1. La McLaren ha smentito la scalata dei tedeschi all’acquisizione dell’azienda quando tutto andava male. Ma non ha ancora smentito i contatti per quanto riguarda la fornitura della power unit. Per il 2026 sembrerebbe esserci un accordo.

Le power unit di moderna concezione avendo un cuore ibrido, necessitano di un know-how che solo le competizioni posso darti. Ecco perchè i tedeschi di Audi e Porsche stanno provando la strada F1. La loro esperienza nel WEC ha sicuramente collaudato le abilità tecniche nello sviluppo di motori così tecnologici.

E non è finita qui. Oltre al gruppo Volkswagen, anche privati hanno manifestato interesse per tornare con propri team in F1.

Il nuovo format porta nuovi arrivi. E’ notizia di ieri sera che Michael Andretti ha presentato ufficialmente la candidatura per entrare a far parte della F1 con un proprio team a partire dal 2024.

La Andretti Global aveva provato già la scalata per acquisire le quote di maggioranza della Williams, ma poi naufragò tutto. Ma l’interesse per la F1 non si è mai placato. Se si dovesse concretizzare, sarebbe il secondo team americano ad entrare in F1.

Questa euforia è un bene per la F1. Cambiare gli attori di una sceneggiatura sempre più monotona può solo che migliorare la trama del film.

E anche per quanto riguarda la competizione è davvero un bene. Lo spettro del dubbio che i team principali possano usufruire di un motore migliore rispetto ai team satellite verrebbe completamente cancellato se nuovi competitors entrassero in gioco.

Forse non sarà la strada perfetta da percorrere, ma sulla carta queste novità della F1 sembrano funzionare.

Adesso manca il battesimo del fuoco in pista.

Se anche in pista vedremo della sana competizione che farà di nuovo batter il cuore degli appassionati, allora si che saremo davvero sicuri che la nuova F1 avrà fatto centro.