F1 | Spagna 1970: fuoco, fiamme e la Superlega mancata

Consueta anteprima storica che apre il nostro weekend di gara. Si va in Spagna, sul circuito di Barcellona, per la quarta prova del mondiale di F1 2021. Ma in questo editoriale vogliamo riproporvi ciò che accadde nel 1970, a Jarama, in un evento in cui non andò tutto liscio… 

 

| a cura di Federico Sandoli

 

Stagione di F1 anno 1970. Dopo il primo Gran Premio tenutosi in Sudafrica, il circus fa il suo ingresso in Europa per disputare il GP di Spagna. Questo evento ha un’anteprima interessante: a Ginevra i rappresentanti di Tyrrell, March, McLaren, Brabham e Surtees raggiungono un accordo, quasi una Superlega ante litteram, che implica che almeno un pilota di queste scuderie deve poter accedere obbligatoriamente alla griglia di partenza. Numero che viene portato a dieci inserendo tra i piloti delle scuderia inglesi anche i senatori del circus il cui solo nome fa cartellone.

 

Il campione in carica Jackie Stewart porta al debutto la nuova March, mentre pubblico ed addetti ai lavori sono incuriositi dalla nuova gemma Lotus, denominata 72, che verrà affidata a Jochen Rindt e John MIles. Oltre alla Lotus, anche la Ferrari 312-B desta curiosità per le sue forme e per la voce del celeberrimo 12 cilindri boxer.

Il weekend di gara inizia sotto l’insegna della confusione, l’unico dato certo è il miglior tempo di Denny Hulme, poi il polverone. I piloti che di diritto dovevano qualificarsi ottengono un bonus di mezz’ora per ottenere dei tempi validi.

Chiusosi il venerdì tra confusione e curiosità, il sabato va anche peggio tra l’assegnazione dei nuovi tempi della sessione – da rapportare a quelli già registrati – e un susseguirsi d’incidenti. Il tutto fa si che a trovarsi qualificati con tempi migliori sono i piloti di “Serie B” (da notare le virgolette).

Dopo una serie di ricorsi si arriva, finalmente alla determinazione della griglia di partenza. Le polemiche continuano anche il giorno della gara tanto che la griglia ufficiale viene determinata solo qualche minuto prima della partenza della corsa stessa.

Alla partenza il più lesto a muoversi è Stewart, che si piazza subito davanti a Hulme e Brabham. La Ferrari di Ickx si porta in quinta posizione davanti a  Jackie Oliver e le due splendide Matra.

Alla fine del primo giro, il dramma. Nella discesa Bugatti, Oliver perde il controllo della sua macchina forse per una sospensione in avaria. Il pilota inglese scarta a sinistra e va schiantarsi contro la Ferrari di Ickx. L’impatto è talmente forte da provocare la rottura di uno dei serbatoi della Ferrari, che riversa sul tracciato litri e litri di benzina. Ne scaturisce un incendio istantaneo che avvolge entrambe le monoposto. Le lingue di fuoco sono talmente ampie da lasciare uno spazio esiguo alle monoposto in corsa. E’ soprattutto la Ferrari ad essere avvolta dalle fiamme, tanto che Ickx rischia di diventare la prima vittima della stagione.

Le immagini di questo incidente sono tra le più famose e iconiche – purtroppo non per cose belle – di tutta la storia della F1. 

Memori di quanto è successo qualche anno prima al povero Lorenzo Bandini, i piloti riescono ad attivare i dispositivi antincendio (solo Ickx rimane ustionato alla schiena), a sfilarsi dalle monoposto e aspettare l’intervento degli addetti antincendio. I soccorsi sono tempestivi ma la scarsa dotazione fa si che l’incendio praticamente si esaurisca solo una volta terminato il combustibile da bruciare. L’impreparazione dei commissari diventa un casus belli da discutere in sede FIA.

La gara, nonostante l’incidente prosegue come se nulla fosse accaduto. Rodriguez, anche lui su BRM, viene fermato ai box per paura che potesse verificarsi lo stesso inconveniente di Oliver mentre i protagonisti via via devono arrendersi alle proprie macchine e ritirarsi.

In testa Stewart si prepara a battagliare con Brabham, secondo e col coltello tra i denti nonostante l’età non più verde, ma al giro 62 anche l’australiano si deve arrendere al motore della propria macchina.

Con tutti questi ritiri a ripetizione il Gran Premio di Spagna sembra una gara ad eliminazione e a sopravvivere alla decimazione é Stewart che taglia vittorioso il traguardo davanti a Bruce McLaren e Mario Andretti.


Nel post gara è però l’episodio occorso alla fine del primo giro a tenere banco tra gli addetti ai lavori. L’incidente risveglia nei piloti la delicata questione sicurezza, e, d’accordo con la federazione, venne stipulato il cosiddetto Patto di Ginevra che prevedeva l’iscrizione ad una gara di soli 22 piloti e la partecipazione all’evento stesso di soli 16. 


Sembra che tutti siano d’accordo ma, Williams in testa, i costruttori fanno leva sui piloti affinché questo accordo non venga rispettato. Lo stesso Graham Hill dichiara pubblicamente che se non si torna indietro nelle decisioni si rifiuterà di allinearsi sulle successive griglie di partenza. 

Nonostante questo bailamme, piloti e federazione raggiungono un accordo che riporta la situazione a prima del Patto di Ginevra, con l’unico risultato che la F1 si dimostra ancora una volta insensibile all’importanza del tema del rischio e della vita dei piloti.