L’ultimo weekend di F1 è stato segnato dallo spaventoso incidente di Romain Grosjean, uscito illeso dall’accaduto. A Pit Talk, con il nostro ospite Thomas Biagi, abbiamo parlato proprio di questo, andando a discutere di tutte le varie sfaccettature del caso.
Il tema del giorno non può che essere l’esplosione nell’incidente di Romain Grosjean e ne abbiamo parlato con il nostro ospite Thomas Biagi, ex pilota, direttamente da Bar Motorsport.
“Nella mia vita da pilota ho avuto pochissimi incidenti, ma sono cose che fanno parte del mestiere. Il fuoco fai più fatica a dimenticarlo quando lo trovi davanti, a Grosjean è andata bene e grazie a ciò che è stato fatto dalla FIA e a Dallara che hanno installato l’Halo e realizzato una monoposto a prova di bomba.”
Biagi si sofferma ovviamente sull’esito dell’incidente.
Grosjean è sopravvissuto davvero per miracolo in una situazione del genere. Nonostante l’entità dell’incidente, il pilota è rimasto illeso grazie all’halo e alla cellula di sicurezza che hanno assorbito il fortissimo impatto della monoposto contro le barriere.
“Uno dei problemi più grandi, quando si fanno ispezioni dei circuiti, concerne alla mancata considerazione di un incidente che avviene in pieno rettilineo, proprio come è successo ieri. Questo servirà nel rivedere la sicurezza di tutti i circuiti non solo all’esterno di curvi veloci, ma anche in punti come quello, è ovvio che lì dovevano esserci protezioni diverse.”
La sicurezza del circuito però, a differenza di quella della monoposto, non era eccellente. Tutti si sono lamentati della posizione delle barriere in quel punto del tracciato.
Probabilmente se ci fossero state delle gomme o una protezione diversa dal guardrail, avrebbe scaturito un esito differente.
“C’è un problema di fondo: quando si affronta un GP di 1h e mezza di gara non si può pensare di vincerlo alle prime tre curve, c’era una gara lunga da affrontare. L’unica lancia che posso spezzare a suo favore è che un altro problema che c’è oggi in F1 è la pochissima visibilità posteriore. Hanno degli specchi piccolissimi e se c’è una minima vibrazione, un pilota vede veramente poco. Ci si tende a spostarsi di traiettoria pensando che chi è dietro si deve adattare a quello che fai tu. E poi un’altra cosa: negli anni scorsi con le macchine più pericolose, i piloti temevano un po’ più il rischio, oggi si tende a correre come nella PlayStation.”
Biagi non scagiona Grosjean dall’incidente, in quanto al 100% la colpa del fattaccio è sua. Il francese non è nuovo a manovre o errori di questo tipo e ci auguriamo che questo gli serva da lezione per il futuro, anche se come sappiamo lascerà la Haas a fine stagione. Questo fattore non è da sottovalutare, in quanto in pista i piloti non girano da soli, ma hanno intorno altre 19-20 vetture che possono risultare un pericolo per la loro vita e quella degli altri piloti.
L’incidente di ieri assolutamente dimostra l’attenzione che la FIA ha mostrato negli ultimi anni nell’ambito della sicurezza, senza trascurare alcun tipo di dettaglio.