F1 | “Todt vuol portare Hamilton e Wolff in Ferrari”

Carlo Cavicchi ha rivelato che c’è la volontà da parte del presidente della Federazione Internazionale, Jean Todt, di provare a sistemare i problemi della Ferrari cercando di portare due dei pilastri della super-titolata AMG Mercedes F1. SI tratta addirittura di Lewis Hamilton e Toto Wolff. 

 

 

| a cura di Fabrizio Bianchini

Nella puntata di Pit Talk del 10 Novembre si è parlato diffusamente dei problemi Ferrari. La stagione 2020 del Cavallino rischia di andare in archivio senza vittorie e senza pole position, scenario ben oltre le peggiori aspettative. Il motore è stato messo a più riprese sul banco degli imputati, tuttavia nel corso della stagione sono emerse evidenti lacune telaistiche e aerodinamiche. Pensare che il motore 2021 possa essere la cura ad ogni male della rossa, è utopia, tant’è che le parole di Mattia Binotto profilano un 2021 con l’obiettivo di tornare a giocarsi il podio.

 

 

L’ex direttore di Autosprint Carlo Cavicchi, ospite della nostra trasmissione, ha dichiarato:

 

Situazione confusa. In Ferrari i problemi sono palesi. Quando si perde il bandolo della matassa ci vuole molto tempo, l’abbiamo visto con McLaren e Williams. E se anche oggi noi potessimo ipotizzare una rivoluzione come quella dell’era di Montezemolo-Todt, per arrivare al titolo ci vollero cinque anni. Si sussurra che Todt stia facendo salti mortali per salvare la Ferrari e per portare Wolff e Hamilton. Sono sussurri e che si fanno sempre più forti. E’ una operazione difficile, al limite dell’impossibile. Il problema di Wolff è che ha quote in Aston Martin e Mercedes e per venire in Ferrari dovrebbe cederle, roba certamente non di pochi giorni. Ma se anche oggi avvenisse questo, ci vorrebbe comunque tanto tempo. Per quanto riguarda Hamilton, quelle voci giustificano lo stallo della trattativa.”

 

 

Leggendo queste parole qualcuno potrebbe gridare allo scandalo, tacciando Jean Todt di voler favorire Ferrari visti i suoi trascorsi alla corte di Maranello. Tifoseria a parte, non dobbiamo dimenticarci che la F1 è prima di tutto business. E il business in questione, purtroppo, non sta funzionando. Correre in F1 con queste power unit ha costi faraonici e i cali di share uniti all’addio di Honda, sono campanelli d’allarme preoccupanti. Il circus non può permettersi una Ferrari non competitiva e, che piaccia o meno, la scuderia di Maranello ha miliardi di tifosi nel mondo. L’obiettivo di Todt è assolutamente comprensibile: portare il miglior direttore tecnico e il pilota più vittorioso di sempre in Ferrari, sperando che le cose cambino rapidamente.

 

Al di là dell’effettiva realizzabilità, sarebbe opportuno calmare i facili entusiasmi perché nella tecnologia le bacchette magiche non esistono. Ricordiamoci di Paddy Lowe, uno degli artefici dell’egemonia Mercedes: passato alla Williams, pur disponendo della power unit di Stoccarda, non ha raccolto nulla. Inserire due elementi di prim’ordine in un sistema che è un cantiere aperto, rischia di generare rimpianti e frustrazione. E questo, sia Toto Wolff che Lewis Hamilton, lo sanno molto bene.