Compie 55 anni uno dei piloti Icona della seconda metà degli anni ’90. Dieci stagioni in Formula 1 di cui cinque in Ferrari, un mondiale sfiorato o forse scippato. Carattere forte, personaggio genuino a metà tra James Hunt e Kimi Raikkonen, sicuramente un profilo atipico per la sua epoca.
C’è un anno particolare nella storia della Ferrari, il 2000. E’ un anno spartiacque per il team passato dall’essere di nuovo una squadra vincente ad una in grado di dominare. Della Ferrari dei record, quella di Schumacher e Barrichello sappiamo tutto. Prima però c’è stata una Ferrari capace in meno 4 anni di risorgere da un periodo disastroso, una bella impresa che oggi non sembra ripetibile.
Accanto al Kaiser, all’epoca già bicampione del mondo ma non ancora l’uomo delle 91 vittorie, arrivò dalla Jordan Eddie Irvine che proprio oggi festeggia 55 primavere. Irvine, Irlandese, dal 1996 al 1999 al fianco di Schumacher contribuì a scrivere le pagine di un risveglio Ferrari che dal 2000 sarebbe diventato dominio.
La coppia Schumacher – Irvine merita a tanti anni di distanza un commento. Da una parte il più grande professionista dell’epoca. Il primo a fare della preparazione fisica un irrinunciabile condizione per raggiungere la competitività. Oggi lo fanno tutti ma all’epoca, siamo nella metà degli anni ’90, Schumacher fu il primo a girare per i circuiti con al seguito un tir palestra tutto per lui, il Technogym Truck.
Dall’altra parte del box Irvine era l’opposto. A metà tra un James Hunt e un Kimi Raikkonen Eddie Irvine era per la sua epoca un pilota atipico. Più facile trovarlo al pub che in palestra, avvezzo alla vita notturna, conquistò sicuramente più donne che trofei. spesso fu ostacolato anche da un carattere fumantino che gli valse qualche guaio giudiziario.
Eppure Eddie Irvine ebbe una grande chance. Era il 1999 e Schumacher a Silverstone ci rimise una gamba. Fu proprio Eddie a tirargli una super staccata alla Stowe. D’Improvviso Irvine, affiancato da Mika Salo, si trovò ad esser prima guida Ferrari! Portatosi in testa al campionato, con Mika Hakkinen come avversario, rinunciò al titolo principalmente per l’episodio del ‘ring in cui al box sparì la gomma posteriore destra.
Il 1999 resta ad ogni modo il miglior anno di Irvine in Formula 1. Per lui quattro vittorie e il titolo di vicecampione a sole due lunghezze dall’asso finlandese Hakkinen. La storia racconterà poi di come quella Ferrari, incentrata totalmente su Schumacher, non aiutò per nulla Irvine nello sviluppo della monoposto – la F399– per concentrarsi già totalmente sulla futura F1-2000.
Schumacher aveva gettato alle ortiche già due titoli, il 1997 contro – in tutti i sensi – Jacques Villeneuve ed il 1998 addosso a David Coulthard. Due episodi gravi. Chissà che corso avrebbe preso la storia se con un budget minore il titolo a Maranello l’avvese portato Eddie?
Come andò, al ‘Ring in particolare lo sappiamo tutti. Dal 2000 la rossa prese il volo, Irvine dopo un divorzio turbolento , guidò due stagioni per la Jaguar per poi ritirarsi.
Sembra ieri, sono passati 20 anni.