F1 | Ronco: “Oggi non si conosce l’autore della Ferrari SF1000”

F1 Ferrari

Renato Ronco, storica voce dei gran premi in tv e profondo conoscitore di tante dinamiche del mondo della F1, è intervenuto a Pit Talk nella giornata di ieri indicando come, in questo periodo di magra per la Ferrari, uno dei problemi possa essere ricondotto alla mancata chiarezza dei ruoli e delle figure che hanno progettato la SF1000.

 

 

 

 

| a cura di Francesco Svelto

Frutto della organizzazione orizzontale tanto voluta e cercata dal compianto Sergio Marchionne, la struttura a matrice della Ferrari è stata (anzi, è ancora) al centro di numerosi chiacchiericci a causa delle problematiche che ha riversato sulla Gestione Sportiva e sui risultati in pista.

Sappiamo bene che da qualche settimana in Ferrari una soluzione cosi estrema è stata accantonata. Ora si sono definiti nuovamente dei reparti e soprattutto si sono definite le responsabilità.

Ma quando la SF1000 (cosi come anche le sue tre “sorelle maggiori” che l’hanno preceduta) è stata trasformata passando da una semplice idea progettuale alla realtà, in fondo non si sapeva chi dovesse far cosa attorno alla macchina. O almeno ufficialmente, agli occhi di chi guarda dall’esterno.



“I problemi Ferrari nascono dalla macchina, ovviamente, ma una cosa mi lascia perplesso. Tutti critichiamo Mattia Binotto ma chi è che davvero ha fatto la macchina? Quando – ad esempio – parliamo di Red Bull, tutti diciamo che è creatura di Adrian Newey. Ma non è Binotto ad aver fatto davvero la Ferrari. A suo tempo, quando vi era Michael Schumacher e la Ferrari monopolizzava la F1, sapevamo chi ha fatto la macchina. Ma oggi?

Storicamente c’è sempre stata una mente creativa ma oggi non conosciamo chi è l’autore della macchina. E poi non c’è qualcuno che dall’alto dimostri la sua passione e che metta alla frusta questa gente per farli lavorare come si deve!”



Sappiamo comunque che Mattia Binotto è sempre stata la persona a cui le varie figure tecniche incaricate delle varie aree della monoposto dovevano rispondere e di cui lui stesso era direttamente responsabile. Ma ufficialmente, dal luglio dello scorso anno lo stesso Binotto si è “svestito” del ruolo tecnico per concentarsi full-time su quello di direttore generale (team-principal per usare accezioni dei nostri giorni).

E, ancora, dallo scorso 22 luglio, si sono riscoperte figure responsabili di vari reparti. Ecco quindi che da una situazione orizzontale si sta passando, gradualmente, a una situazione ibrida e tendente a strutture puramente gerarchiche come quelle degli anni scorsi e come quelle degli altri stessi team.

Vedremo se nel prossimo futuro questa riorganizzazione possa portare a qualche frutto, sfruttando magari anche l’aiuto che il saggio Rory Byrne porterà nuovamente a Maranello con le sue consulenze, andando ad affiancare il lavoro di David Sanchez, Enrico Cardile e dei reparti coinvolti allo sviluppo vettura.