Caso Racing Point, Tavelli: “In F1 non ci sono innocenti!”

In F1 la Racing Point attualmente è al centro di numerose polemiche, per via della somiglianza estrema della vettura di quest’anno con la Mercedes del 2019. C’è in corso una lotta politica che vede da una parte il team di Stroll appunto, e dall’altra Renault, Ferrari, McLaren e Williams. Sull’argomento è intervenuto Fabio Tavelli ai microfoni di Pit-Talk.

 

| di Alberto Murador

 

 

 

Il team Racing Point è sicuramente tra le sorprese in positivo in questo inizio di mondiale di F1. Il team di Lawrence Stroll ha tra le mani una monoposto molto competitiva che ha dimostrato sin qui di andar forte in tutti i circuiti. Ma sin dall’inizio dei test pre-campionato sono sorti molti dubbi riguardo la somiglianza della RP20 con la Mercedes W10. In pratica la Racing Point sembra essere una sorta di Mercedes “rosa” in versione 2020.

Sin dal primo GP, più di qualche team ha storto il naso riguardo la conformità del progetto RP20, con la Renault che dal secondo GP ha iniziato a fare dei reclami alla FIA contro la Racing Point. Ora dopo ben cinque corse disputate, c’è in corso una battaglia politica che vede da un lato la Racing Point (sostenuta dalla Mercedes)e dall’altro un gruppetto di scuderie (Renault, McLaren, Ferrari e Williams). Come finirà la vicenda?

La decisione finale che prenderà la FIA, eventualmente quale sarà? Sull’argomento sentite cos’ha detto Fabio Tavelli ai microfoni di Pit-Talk:

Questa è una battaglia industriale, che ha dei principi anche solidi. Da un lato è anche positivo che l’ortodossia del motorsport abbia ricompattato i grandi produttori storici (Renault, McLaren, Ferrari e Williams). Da un lato ci sono norme, regolamenti, leggi e tutto quanto disciplina il Patto della Concordia, nel quale è evidente che qualcosa non va. Però diciamo che vengono applicati i regolamenti al 100%, e si copia, e non si deve fare. E chi ha passato in amicizia, o con qualche tornaconto (non lo possiamo sapere) dovrebbero essere cacciati tutti e due.”

Tavelli fa riferimento a Racing Point, il team che avrebbe beneficiato di tali disegni tecnici ricevuti, e di Mercedes, colei che avrebbe passato i disegni del progetto della vettura 2019 alla scuderia di Stroll. In F1 il team Racing Point rappresenta la perfetta copia di una monoposto dell’anno precedente. Non a caso viene denominata la “Mercedes rosa”. Il conduttore di Race Anatomy ha poi detto una cosa molto interessante. In una F1 dove si fa fatica ad avere venti monoposto in pista, come si fa a dire ad un uomo potente come Lawrence Stroll, o alla Mercedes di accomodarsi fuori dalla porta.

Cioè, in parole povere di abbandonare la F1! Ci si ritroverebbe con una griglia composta da sole sedici monoposto, a dir poco impensabile. Soprattutto di questi tempi. Poi come sottolineato sempre da Tavelli, ogni team presente in F1 bene o male ha qualche scheletro nell’armadio..

Qui non ci sono innocenti. Qui dentro non ci sono team o aziende che possono scagliare la prima pietra. Non dimentichiamoci che anche coloro che oggi attaccano Racing Point e Mercedes fanno fatica a scagliare la prima pietra, perché non dimentichiamoci cos’è accaduto alla stessa Ferrari sulla questione power-unit. Sentenze nelle quali non viene nemmeno comunicata la decisione, cioè delle cose francamente fuori dal mondo. La verità è che la F1 se vuole sopravvivere deve accettare che esistano dei comportamenti ai lati della legalità, cioè il meno sporco possibile.”

Il ragionamento fatto da Fabio Tavelli non fa una piega, però al tempo stesso in F1 dovrebbe esserci una maggiora chiarezza, soprattutto nei regolamenti tecnici. Troppe zone grigie ad oggi. Poiché ultimamente ci sono sempre due pesi, due misure. Nel caso della Ferrari per esempio, nel 2018 e nel 2019 è stata fortemente penalizzata per due soluzioni tecniche al limite del regolamento da parte della FIA.

Dall’altro lato invece Mercedes l’ha sempre passata liscia da parte della Federazione. Nel 2018 i famosi cerchi posteriori forati, prima ritenuti legali, poi no, e poi nuovamente legali.

Quest’anno il DAS, giudicato legale per quest’anno, ma dal 2021 non sarà più consentito dal regolamento. Senza poi i dubbi sulla presunta legalità della power-unit Mercedes, l’unica ad aver incrementato la potenza tra i costruttori presenti. Due sono le cose, o sono troppo bravi o sono troppo furbi.

Ora resterà da capire la decisione che prenderà la FIA sul caso Racing Point, anche se la sensazione è quella che la scuderia di Lawrence Stroll potrà stare tranquilla, grazie anche al peso politico che esercita tuttora Toto Wolff, con l’austriaco ancor più potente e carismatico all’interno del circus.

Alberto Murador