F1 | E se il mondiale 2020 si disputasse solo in Europa?

Il mondiale di F1 2020 dovrebbe iniziare a fine giugno, o nei primi di luglio. Indiscrezioni parlano di un mondiale composto da 15 tappe, divise tra Europa, Asia e America. Tuttavia per cercare di contenere i costi la soluzione potrebbe essere quella di correre solo nel Vecchio Continente.

Un mondiale di F1 che senza dubbio passerà alla storia. Mai da quando esiste il mondiale di F1 (1950) si era verificata un’emergenza così grave come quella del coronavirus all’interno del circus. Ora in qualche modo si cerca di correre ai ripari, cercando di trovare la giusta quadra, stipulando un calendario per salvare la stagione.

Stando ad indiscrezioni riportate dal sito Auto Motor und Sport, la “season” dovrebbe essere composta da 15 tappe. Con partenza dall’Europa, per poi andare nel continente asiatico ed in quello americano, per poi concludere in Medio Oriente. Però allo stato attuale della situazione globale, è difficile dire con certezza la data precisa in cui partirà il campionato di F1.

Allo stato attuale delle cose, la stagione dovrebbe scattare a fine giugno con il GP di Francia. Ma dopo l’annuncio del presidente Macron riguardo il prolungamento del lockdown sino al 11 di maggio, il GP transalpino rischia fortemente di essere posticipato. Se così fosse, il mondiale partirebbe ad inizio luglio in Austria.

Gli stessi organizzatori della corsa austriaca hanno dato l’ok per la disputa della corsa sul circuito del Red Bull Ring. Anzi, gli organizzatori della corsa austriaca hanno rilanciato, con l’ipotesi di disputare ben due GP nel circuito di Zeltweg.

In teoria iniziando nei primi di luglio sarebbe possibile disputare ben 19 GP. Iniziando in Europa, con l’Austria a questo punto, per poi proseguire in Ungheria, Belgio, Italia. Mentre Olanda, Gran Bretagna e Francia verrebbero posticipate. La fase successiva sarebbe nel continente asiatico, per poi spostarsi in America, e concludere in Medio Oriente con Bahrain ed Abu Dhabi.

Ma in un periodo così difficile dal punto di vista economico, un calendario così “espansivo” andrebbe a mettere a serio rischio la sopravvivenza dei team medio-piccoli.

E di conseguenza la sopravvivenza della stessa F1.

In questi giorni si parla tanto della riduzione dei costi per via dell’emergenza legata al coronavirus, ma di certo le trasferte extra europee andrebbero a peggiorare la situazione finanziaria delle piccole e medie scuderie, già alle prese con tagli al personale.

Quasi tutti i team con sede in Inghilterra hanno ricorso alla cassa integrazione, mentre Ferrari e AlphaTauri hanno optato per una soluzione più “umana”. Cioè quella di pagare gli interi stipendi al proprio personali, senza ricorrere alla cassa integrazione, o allo scalare delle ferie.

Quale potrebbe essere una delle soluzioni da prendere in considerazione? Semplice, disputare l’intere stagione nel Vecchio Continente, con meno corse. Ma dando ugualmente la possibilità ai piccoli team di percepire gli introiti derivanti dalla vendita dei diritti televisivi per lo meno. Poi tra le altre cose con la chiusura dei confini, al momento risulterebbe ancor più difficile il possibile svolgimento dei GP extra-europei. I Paesi al di fuori dell’Europa dovrebbero per una volta venire incontro agli organizzatori del campionato, ma soprattutto alle esigenze delle scuderie di F1.

Liberty Media deve prendere atto della situazione, cercando di fornire tutti gli elementi economici possibili al fine di evitare la chiusura di alcune scuderie.

Perchè oltre al presente, bisogna guardare soprattutto al futuro della F1, dove già ancor prima dell’emergenza coronavirus la situazione economica non era delle più rosee. Perchè se la F1 esiste ancora, è anche merito dei piccoli e medi team, non solo dei costruttori! Ovviamente, il parere del sottoscritto non vuole creare polemiche, ma solo far riflettere.

Alberto Murador