F1 | Power unit Ferrari meno potente rispetto a quella del 2019?

La power unit Ferrari di quest’anno sembra essere meno potente rispetto a quella del 2019. Almeno questo è quanto emerso dai test spagnoli del Montmelò. A Maranello per raggiungere la piena l’affidabilità del motore hanno sacrificato un po’ la potenza? Le risposte saranno date tutte a Melbourne quando inizierà il mondiale di F1.

Poco meno di due settimane all’inizio del mondiale di F1, che scatterà come da tradizione a Melbourne in Australia. Dopo quanto visto nel corso dei test invernali, è evidente che la Ferrari in Australia dovrà rincorrere i rivali. La SF1000 sembra essere nata meglio rispetto alla SF90, anche se c’è parecchio lavoro da fare per recuperare terreno nei confronti della Red Bull, ma soprattutto della Mercedes.

Tra i tanti dubbi presenti nel team di Maranello c’è la questione power-unit. Le velocità massime riscontrate in pista nei rettilinei del Montmelò durante i test invernali di F1 non hanno sbalordito gli uomini del Cavallino Rampante. Anzi, tutt’altro.

A confermare il tutto è stato il team principal della rossa Mattia Binotto. Il tecnico reggiano ha affermato in questi giorni che le basse velocità di punta della SF1000 sono dovute ad un mix tra una monoposto che produce tanta resistenza all’avanzamento, e una power-unit con meno potenza rispetto a quella della scorsa stagione.

La power-unit Ferrari dopo essere stata l’arma in più della rossa nel corso del mondiale di F1 2019. Ma al momento il nuovo propulsore italiano sembra non garantire alla SF1000 i cavalli necessari per esprimere al meglio la potenzialità della vettura. In pratica è come se in quel di Maranello ci fosse la consapevolezza che il motore Ferrari al momento non può essere spinto al massimo, onde evitare rotture. Come sottolineato da Binotto, nei recenti test spagnoli i tecnici della rossa hanno preferito concentrarsi maggiormente sull’affidabilità della power-unit piuttosto che sulla potenza.

A tale proposito bisogna dire che stando ad indiscrezioni, il motore della Ferrari sarebbe stato rivisto non poco, specie dopo quanto accaduto nell’ultima parte di stagione scorsa, con continui sospetti da parte dei rivali sulla totale regolarità della power-unit di Maranello. In questi giorni anche in merito a quanto accaduto nel finale del 2019, è stato sottoscritto un accordo tra la FIA e la Ferrari.

Il team principal della rossa ha anche aggiunto che quanto visto al Montmelò in termini di velocità massima, rispecchia esattamente la situazione tecnica della power-unit. In pratica Binotto sostiene che la Ferrari non si sta affatto nascondendo.

Chi non la pensa come Binotto invece, è il team principal della Mercedes Toto Wolff (vecchio volpone). Il manager austriaco è convinto che la Ferrari stia letteralmente giocando con la potenza della propria power-unit, al fine di “ingannare” gli avversari. Senza ombra di dubbio quanto visto nel corso dei test non è la massima potenza che la power-unit Ferrari può esprimere, è chiaro. Però l’importante è preservare l’affidabilità al momento.

Ipotizzando un margine in positivo (mappatura motore) di circa 0″4-0″5 dai test al GP d’Australia, a Maranello puntano nel recuperare il deficit di potenza (senza limitare l’affidabilità) con la seconda specifica di motore, la quale potrebbe essere introdotta nel corso dei primi GP europei.

Dunque in casa Ferrari c’è la necessità nel riuscire a trovare nel minor tempo possibile il giusto compromesso tra carico aerodinamico e la potenza della power-unit sulla SF1000.

Ma sino ad allora il team di Maranello dovrà giocare in difesa, cercando di raccogliere il massimo in pista limitando i danni, in attesa degli sviluppi previsti per le prime gare nel Vecchio Continente.

Se in casa Ferrari c’è della pretattica o no al momento non si sa. Ci sono tanti dubbi, che saranno sciolti tra meno di due settimane, quando sarà l’asfalto dell’Albert Park a parlare. E lì nessun team (Ferrari compresa) potrà più giocare.

Alberto Murador