Il GP del Messico edizione 1989 verrà ricordato come il momento del ritorno in attività di Berger dopo il suo terribile incidente a Imola.
| a cura di Federico Sandoli
Vittima di un pauroso incidente sul circuito del Santerno, l’austriaco, rimase seriamente ustionato alle mani ma, nonostante il dolore e le lesioni, già all ospedale mentre i medici lo fasciavano, scalpitava al solo pensiero di essere in macchina a Montecarlo.
Gerhard Berger, in Ferrari dal 1987, aveva battuto la concorrenza di Alboreto. L’italiano allora era l’indiscussa prima guida a Maranello ma un suo atteggiamento totalmente ostile al direttore tecnico Barnard non fece altro che esaltare le doti dell’austriaco.
Sentitosi leader della Ferrari, Berger non accettò molto volentieri di fare coppia con Mansell. Infatti il britannico, combattivo e ruspante, ci mise poco ad attirarsi le simpatie dei tifosi ma anche della squadra, che apprezzava nel leone inglese la capacita a sapersi adattare alla nuova macchina, la 639 dotata di cambio elettro attuato.
La scelta tecnica della Ferrari penalizzò non poco l’austriaco. Infatti, fin dalle prime prove, non perdeva occasione di spingere per un ritorno alla leva tradizionale.
A Imola non fu il cambio a tradirlo ma l’alettone anteriore che staccatosi portò la rossa numero 28 a schiantarsi al Tamburello e diventando una torcia in pochi secondi. Solo l’intervento della CEA e una buona dose di fortuna permisero a Berger di limitare i danni e al circus di annoverare l’ennesimo caduto del volante.
In Messico, Mansell si presentò piuttosto agguerrito. La sua Ferrari si aveva una veste nuova, visto che si decise di ovviare ai problemi di raffreddamento del propulsore dotandosi dell’air-scoop che, in effetti, rendeva la macchina italiana più simile alle sue concorrenti ma scongiurava anche dei ritiri per affaticamento del cuore rosso.
Neanche a dirlo, in pista Senna brilla fin dalle prime prove. Il pubblico, attirato dal ritorno dell’austriaco, sembrava aver adottato la Ferrari numero 28 incitandola ogni qualvolta usciva dalla Peraltada e si buttava nel lungo rettilineo di partenza.
Le prestazioni di Berger, però, furono limitate. Allo scarso adattamento alla macchina, ad aggravare il tutto, vi erano anche le fasciature alle mani che non gli permisero di azionare il bilanciere del cambio dietro al volante in modo ottimale.
Le qualifiche per l’austriaco furono impietose. Mentre Senna dominava, Berger dovette accontentarsi del sesto posto addirittura a un secondo e nove dal suo futuro team mate. Allo start Senna, al solito, riuscì a tenere la testa davanti al proprio compagno di squadra mentre le Ferrari, giocando di squadra, si misero a ridosso delle McLaren.
Un improvviso “spiatellamento” obbligò Prost a una sosta ai box e da quella situazione ne approfittò il duo rosso: Mansell, con una guida scomposta e grintosa, si portò sotto Senna mentre Berger, più sornione, rimase pronto ad approfittarne. Mansell, in piena rincorsa, tagliava cordoli e arava campi. Senna, sentiva il fiato sul collo dell’inglese ma decise di non reagire sperando in qualche errore del leone che, non sbagliando ma tradito dalla sua Ferrari, si fermò lungo il circuito.
Berger deciso a rompere gli indugi, tentò di avvicinarsi a Senna ma l’aumento del ritmo e qualche difficoltà di guida portarono l’austriaco a un mesto ritiro proprio quando il sorpasso sul leader poteva essere molto più che un opportunità.
Col ritiro delle Ferrari e con Prost fuori dalle posizioni che contano, Senna decise di vincere in “carrozza” alzando il ritmo, tranquillo che i suoi avversari diretti mai avrebbero potuto impensierirlo. Scudieri del brasiliano si ritrovarono as essere Patrese con la Williams ma soprattutto un grande Michele Alboreto che, nonostante una Tyrrell, riuscì a risalire fino al terzo posto finale.
La gara vide anche una grande prestazione di Gabriele Tarquini, sesto con la modesta AGS. Tanta classe e agonismo purtroppo passarono inosservate ai più, con la televisione che indugiava su Senna e le Ferrari dimenticando la prestazioni dei nostri piloti solo perché non guidavano una rossa.
Pos. | Pilota | Costruttore | Giri | Tempo/Causa Ritiro |
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1 | ![]() |
McLaren – Honda | 69 | 1:35:21.431 |
2 | ![]() |
Williams – Renault | 69 | + 15.560 |
3 | ![]() |
Tyrrell – Ford Cosworth | 69 | + 31.254 |
4 | ![]() |
Benetton – Ford Cosworth | 69 | + 45.495 |
5 | ![]() |
McLaren – Honda | 69 | + 56.113 |
6 | ![]() |
AGS – Ford Cosworth | 68 | + 1 Giro |
7 | ![]() |
Arrows – Ford Cosworth | 68 | + 1 Giro |
8 | ![]() |
Ligier – Ford Cosworth | 68 | + 1 Giro |
9 | ![]() |
Brabham – Judd | 68 | + 1 Giro |
10 | ![]() |
Brabham – Judd | 68 | + 1 Giro |
11 | ![]() |
Lotus – Judd | 68 | + 1 Giro |
12 | ![]() |
Rial – Ford Cosworth | 67 | + 2 Giri |
13 | ![]() |
Dallara Scuderia Italia – Ford Cosworth | 67 | + 2 Giri |
14 | ![]() |
Ligier – Ford Cosworth | 66 | + 3 Giri |
15 | ![]() |
Benetton – Ford Cosworth | 66 | + 3 Giri |
Rit | ![]() |
Minardi – Ford Cosworth | 53 | Motore |
Rit | ![]() |
Ferrari | 43 | Cambio |
Rit | ![]() |
Arrows – Ford Cosworth | 35 | Problemi all’impianto elettrico |
Rit | ![]() |
Lotus – Judd | 35 | Testacoda |
NC | ![]() |
Lola Larrousse – Lamborghini | 28 | Non classificato |
Rit | ![]() |
Dallara Scuderia Italia – Ford Cosworth | 20 | Problemi alle sospensioni |
Rit | ![]() |
Ferrari | 16 | Cambio |
Rit | ![]() |
Onyx – Ford Cosworth | 16 | Problemi alla trasmissione |
Rit | ![]() |
Williams – Renault | 15 | Problemi all’impianto elettrico |
Rit | ![]() |
Tyrrell – Ford Cosworth | 9 | Problemi all’acceleratore |
Rit | ![]() |
March – Judd | 1 | Problemi alla trasmissione |
NQ | ![]() |
Minardi – Ford Cosworth | ||
NQ | ![]() |
March – Judd | ||
NQ | ![]() |
Lola Larrousse – Lamborghini | ||
NQ | ![]() |
Coloni – Ford Cosworth | ||
NPQ | ![]() |
Onyx – Ford Cosworth | ||
NPQ | ![]() |
EuroBrun – Judd | ||
NPQ | ![]() |
Osella – Ford Cosworth | ||
NPQ | ![]() |
Rial – Ford Cosworth | ||
NPQ | ![]() |
Zakspeed – Yamaha | ||
NPQ | ![]() |
Zakspeed – Yamaha | ||
NPQ | ![]() |
Osella – Ford Cosworth | ||
NPQ | ![]() |
AGS – Ford Cosworth | ||
NPQ | ![]() |
Coloni – Ford Cosworth |